Una maratona lunga otto ore, alla quale hanno assistito, secondo i dati diffusi dagli organizzatori, 800 mila persone: al Concertone del Primo Maggio a Roma è stata protagonista la musica, senza però dimenticare l’attualità, il dramma del lavoro che per tanti giovani non c’è e Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto al quale è stata dedicata l’apertura: “Giulio Regeni vive in ognuno di noi per chiedere giustizia e verità“. Padrone di casa è stato per la prima volta Luca Barbarossa affiancato da Mariolina Simone. Come da programma, tra gi ospiti più attesi gli Skunk Anansie che hanno infiammato la piazza con il set più lungo, durato quasi mezz’ora. Accolti tra urla e cori anche Max Gazzè, Fabrizio Moro, Fabrizio Moro, Tiromancino, Salmo protagonisti della serata. Nel pomeriggio a far ballare il pubblico erano stati i Modena City Ramblers con la Fanfara di Tirana, Perturbazione con Andrea Mirò, Coez. Tante le contaminazioni, le collaborazioni tra artisti e generi musicali che si sono alternate sul palco. Omaggi a Prince, Remo Remotti, Gianmaria Testa.
Grazie mille a tutti voi. Che siete qui per divertirvi, cantare e chiedere insieme il rispetto dei diritti per tutte le persone, grazie! Non smettiamo di chiedere insieme verità per Giulio e tutte le persone che sono state private dei diritti e delle libertà. Buon Primo Maggio a tutti“. E’ il testo del messaggio inviato da Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto e ricordato oggi sul palco del Concertone del Primo Maggio a Roma.
L’unico incidente di percorso, relegato poi nella categoria “errore umano” dagli organizzatori, ha riguardato i Marlene Kuntz. La band piemontese, amareggiata e piuttosto arrabbiata, ha lasciato il palco in anticipo per un’incomprensione con la regia. “Ci hanno penalizzato, eppure facciamo musica da 25 anni. Meritavamo meno disattenzione”. A risarcimento del “danno”, i Marlene Kuntz sono stati invitati già per il prossimo anno, primi ospiti annunciati del Concertone 2017.
Come da programma, tra gi ospiti più attesi c’erano gli Skunk Anansie che hanno infiammato la piazza con il set più lungo, durato quasi mezz’ora. Accolti tra urla e cori anche Max Gazzè, Fabrizio Moro, Tiromancino, Salmo protagonisti della serata. Nel pomeriggio a far ballare il pubblico erano stati i Modena City Ramblers con la Fanfara di Tirana, Perturbazione con Andrea Mirò, Coez. Grignani ha regalato un’esibizione unplugged. Tante le contaminazioni, le collaborazioni tra artisti e generi musicali che si sono alternati sul palco. Come quella dell’Orchestra Operaia che con Petra Magoni ha ricordato Prince con Purple Rain, e poi con Max Paiella, Massimiliano Brno, Stefano Fresi, Carlotta Natoli e Claudia Gerini hanno omaggiato Remo Remotti. Il ricordo di Gianmaria Testa è stato affidato a Raiz e Mesolella con Paolo Rossi.
Sul palco anche Gianluca Grignani che si è schierato con il “popolo” (“io non sono né di destra né di sinistra”) e i Modena City Ramblers che, come da tradizione, hanno fatto ballare e saltare il pubblico sulle note de I Cento Passi e Bella Ciao. Prima di loro anche i Perturbazione avevano infiammato piazza San Giovanni scendendo dal palco e andando a cantare tra il pubblico.
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