di Gabriele Cupaiolo
Un programma interamente classico per il ritorno di Andrea Vitello sul podio dell’Orchestra da Camera Fiorentina, dopo 10 anni dal suo ultimo appuntamento con la prestigiosa orchestra da camera che festeggia quest’anno i 42 anni di attività.
Colpisce l’eleganza della Sinfonia Concertante, scritta da Mozart a Parigi, per quattro solisti dell’orchestra di Mannheim che si trovavano con lui nella capitale francese, la concertante è una delle pagine meno note di Mozart, che anticipa – anche nella tonalità di Mi bemolle maggiore – certi mondi espressivi della musica massonica e del Flauto Magico.
In una prova complessivamente di buon livello, l’orchestra ha offerto toni vellutati e un accompagnamento aderente ed espressivo ma mai prevaricante sui solisti, tra i quali spicca l’oboe di Davide Guerrieri, brillante nelle agilità ed espressivo nei cantabili, ben coadiuvato dai tre colleghi impegnati nelle delicate figurazioni melodiche mozartiane.
Sorprendente la sinfonia di Haydn, nella cui concertazione l’orchestra ha evidentemente tenuto conto del periodo “Sturm und Drang” a cui è ascritta “Gli addii”, offrendo al pubblico contrasti dinamici marcatissimi e varietà di affetti.
Colpisce in particolare la capacità dell’orchestra di cambiare radicalmente colore rispetto alla Concertante di Mozart, offrendo in Haydn suoni ora aspri ora vellutati, dal fortissimo più esplosivo al piano appena percepibile.
Il pubblico ha dimostrato il suo apprezzamento in maniera molto calorosa, acclamando il direttore che è stato richiamato sul palcoscenico per tre volte dopo la fine del concerto.
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