di Gabriele Cupaiolo
Il 1° dicembre 2024, alle ore 11 e con fuori un gelo già invernale, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ha accolto l’ultimo appuntamento del Centro Pecci Piano Festival, il quale ha visto stavolta protagonista il ben noto Sandro De Palma. L’evento, intitolato ‘Emozioni Sonore’, ha offerto al pubblico un’interpretazione intensa e raffinata dei lavori esibiti sul palco, con l’obiettivo, sempre sul piedistallo, di intrecciare fitti incastri tra suono filologicamente inteso e freschezza d’esecuzione. Ricordiamo ancora una volta la direzione del duo curatore del festival, quella di Giovanni Nesi ed Edoardo Turbil, che ha saputo condurre le fila di tutti e tre i concerti con lungimiranza e coerenza.
L’interpretazione di De Palma ha aperto il programma con una scelta audace e toccante: i Drei Klavierstücke D 946 di Franz Schubert. Un lavoro, questo, che fa leva sulla malinconia e sulla dolcezza tipiche della poetica schubertiana, senza trascurare quella profonda intensità emotiva che il pianista ha saputo restituire attraverso una lettura ricca di sfumature. La capacità di De Palma di far emergere ogni sfaccettatura armonica e melodica, passando con delicatezza da una tonalità all’altra, ha coinvolto il pubblico in un viaggio introspettivo e non scontato, dove il suono stesso sembrava respirare e vibrare con il cuore di chi ascoltava.
Il programma è proseguito con la Sonata op. 31 n. 2 di Ludwig van Beethoven, o La tempesta per i più programmatici. I tre movimenti del brano, un capolavoro assoluto del Beethoven medio, è stata affrontato da De Palma in pieno, autoriale rispetto dello spirito di ciascuno. Ogni movimento è stato una riflessione sulla lotta e sull’energia vitale del compositore, fin dai quiescenti arpeggi del Largo e arrivando al dinamico Allegretto finale. La lettura offerta ha permesso di riscoprire la geniale combinazione tra tensione e riposo che contraddistingue questa sonata, una tempesta di emozioni, appunto, che si fa spazio fra il caos e la serenità dell’animo.
La seconda parte del concerto ha offerto un viaggio nel repertorio romantico, epoca delle passioni per antonomasia. I due Notturni op. 27 di Frédéric Chopin, seguiti dai Primi 3 Studi op. 25 e dallo Scherzo n. 1, sono stati eseguiti con una liricità e una capacità narrativa che solo un interprete di grande esperienza è in grado di gestire. Nel primo Notturno, De Palma ha fatto risplendere le note ribattute che si stagliano sul variegato sfondo armonico dell’accompagnamento, mentre nel secondo ha restituito il tipico dramma romantico, capace di alternare luci e ombre in una continua tensione tra serenità e inquietudine.
I Primi 3 Studi op. 25 sono stati il portone d’accesso a un vertiginoso palazzo di virtuosismo. La tecnica impeccabile di De Palma ha sorpreso e incantato il pubblico, che ha potuto ammirare non solo la sua straordinaria padronanza del pianoforte, ma anche la sua capacità di mettere in evidenza le particolari esigenze tecniche e dinamiche proprie di questi brani così impervi. Lo Scherzo n. 1 ha concluso il concerto con una forza travolgente, esibendo la componente improvvisativa del repertorio chopiniano. Non è azzardato dire che l’aria è stata scossa dall’energia e dal ritmo incalzante dei cromatismi che aleggiavano sulla tonalità di si minore, i quali De Palma ha saputo imbrigliare senza che stonassero malamente o si agitassero come cavalli imbizzarriti.
Il programma di Emozioni Sonore ha così preso forma, unendo componenti psichiche e stati emotivi distanti da loro, ma sempre tenuti a freno dalla gestione artistica di De Palma. Le sue esecuzioni hanno intessuto una maglia di passaggi delicati e momenti di esplosiva intensità, un dialogo continuo tra emozione e razionalità, un vero e proprio viaggio tra i compositori più amati e la capacità di De Palma di portarli alla luce senza banalità.
Ora, auspicando l’appuntamento per il prossimo anno, il Centro Pecci Piano Festival lascia un segno profondo nei cuori degli ascoltatori, che si augurano di poter assistere nuovamente a una serie di recital tanto unica quanto coinvolgente.
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