I volontari, reclutati attraverso la piattaforma di crowdsourcing Amazon Mechanical Turk, hanno selezionato da YouTube alcuni brani che evocassero in loro diverse emozioni; da quelle musiche, i ricercatori hanno creato una raccolta di clip audio da usare nell’esperimento.
Quasi duemila tra statunitensi e cinesi hanno valutato 40 campioni musicali basati su 28 categorie di emozioni. Da questi dati gli studiosi hanno ricavato tredici categorie comuni alle diverse culture che corrispondessero a sentimenti specifici, come “deprimente” o “allegro”, creando poi una “mappa delle emozioni”.
Enya con la sua “Orinoco Flow” trasmette allegria al 36% dei suoi ascoltatori; “Woman in love” di Barbra Streisand è romantica per il 67% di chi la ascolta; la colonna sonora di “2001-Odissea nello spazio” (ovvero “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss) dà a molti un senso di trionfo e di eroismo.
Se è vero che le emozioni identificate dai partecipanti erano quasi sempre corrispondenti, cinesi e statunitensi differivano nel giudicare positive o meno delle sensazioni: «Individui appartenenti a diverse culture possono essere d’accordo sul fatto che una canzone susciti in loro un sentimento di rabbia, ma non concordare sul fatto che quel sentimento sia negativo o positivo», spiega Alan Cowen, capo dello studio.
Questa ricerca può essere applicata in diversi campi: durante una terapia psichiatrica o psicologica, ad esempio, per sapere quale musica utilizzare per provocare una certa emozione; oppure per piattaforme di streaming come Spotify, che potrebbero regolare i propri algoritmi per riprodurre canzoni adatte ai gusti o all’umore dei clienti.
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