di Stefano Teani
Una serata insolita ha inaugurato il calendario degli eventi speciali del 66o Festival Puccini di Torre del Lago. Si tratta di una pièce di Valerio Cappelli su un tema estremamente attuale: i rapporti personali durante il periodo di quarantena. Con due interpreti d’eccezione come Sergio Castellitto e Isabella Ferrari, per la regia dello stesso Castellitto, il successo era garantito. Come se non bastasse, il lungo dialogo fra i due protagonisti è stato intervallato da inserti musicali accuratamente selezionati (da Patty Pravo a Battiato, da Venditti a Mina) e, soprattutto, da un brano inedito riprodotto all’inizio e alla fine della performance, composto ad hoc per l’occasione dal compianto Ennio Morricone.
Il testo di Cappelli ha riportato gli spettatori al ricordo ancora vivido dei mesi appena trascorsi, quelli passati in quarantena a conversare per ore al telefono. Nella fattispecie si tratta di due amici di vecchia data – lei appassionata di fotografia e lui musicista – che si ritrovano a conversare in una di queste chiamate di circostanza per scoprirsi sempre più attratti fisicamente l’uno dall’altra. Da una conversazione innocente fatta di convenevoli si passa a piccole confessioni di natura personale, per arrivare al vero e proprio scambio di foto esplicite (il cosiddetto sexting) e la promessa di incontrarsi dal vivo per consumare l’amplesso tanto agognato. Il tutto condito con numerosi riferimenti al Covid-19, abbondanti luoghi comuni sulle esperienze di ciascuno durante il lockdown (nelle quali il pubblico si è evidentemente immedesimato, a giudicare dalle risate diffuse per la sala durante tutto lo spettacolo) e da citazioni letterarie e musicali. Fin dall’inizio, infatti, lo stesso protagonista maschile ha fatto notare quanto i loro discorsi ruotassero attorno ai due concetti di “erotismo” e “Covid”, rimandando dunque alla dicotomia “amore e morte”, noto topos letterario. Per non parlare dei riferimenti fatti a La voix humaine (pièce di Jean Cocteau poi musicata da Francis Poulenc), al direttore d’orchestra Carlos Kleiber, e all’Otello di Verdi.
Proprio sul ricordo di quest’opera si conclude la vicenda dei due “amanti virtuali”. Questi, dopo essersi confidati, dopo aver progettato il tradimento dei loro partner per costruirsi una vita insieme in un ipotetico futuro migliore post-Covid, arrivano (prevedibilmente) a litigare, ad accorgersi di essere troppo diversi e, soprattutto, di essere schiavi della noia e di quella strana vita che sono obbligati a vivere, reclusi con persone attanagliate dalla fobia del virus e del contatto umano. Proprio sulle ultime parole di Otello cala il sipario sulla vicenda: quell’ultimo bacio a Desdemona appena assassinata, come se nulla fosse accaduto, crea un parallelo coi nostri protagonisti che dopo tanto ardore arrivano a concludere che…ci sono giorni che non accadono mai.
Ancora una volta, dunque, il direttore artistico Giorgio Battistelli riesce nell’impresa di confezionare un dono nuovo e raro per il pubblico di Torre del Lago che, entusiasta, ha riempito il teatro facendo registrare un sold out. Nelle parole di introduzione scambiate con la presentatrice Valentina Lo Surdo (la cui presenza rappresenta un ulteriore merito di questa direzione artistica), Battistelli ricorda che “La musica ha una funzione consolatoria ma deve anche farci riflettere”. Questa serata ha sicuramente dato molti spunti di riflessione, collocandosi al limite fra l’ovvietà di alcuni luoghi comuni e di una trama a tratti prevedibile e il tentativo di descrivere un periodo complesso e ancora troppo vicino, per mezzo di citazioni e rimandi culturalmente rilevanti e ben selezionati.
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