Negli ultimi mesi, che hanno segnato la ripartenza di tutti i settori dello spettacolo, un grande nome ha spopolato in tutto il mondo grazie all’ultimo film della Walt Disney, quello di Crudelia De Mon: la più cattiva di tutte le cattive della Disney, proprio perché non è una strega o una creatura proveniente da un mondo fantastico, ma è una donna (del 1960) si eccentrica, ma assolutamente normale a cui nessuno è mai riuscito a dare un perché o una motivazione a tutta questa sua cattiveria e folle mania di confezionare la pelliccia più rara di tutte, ossia quella realizzata con il manto morbido e maculato di cuccioli dalmata.
La Disney ci ha brillantemente provato e visto il successo di pubblico al botteghino di tutto il mondo sembra anche esserci riuscita, nonostante non si capisca il perché intitolare la versione italiana del film: “Crudelia” (nome della protagonista tradotto in italiano) se poi per tutta la pellicola viene chiamata “Cruella”. Anche tutti i nomi degli altri protagonisti mantengono il nome originale inglese invece di essere tradotti in italiano come era successo per tutti gli altri film della saga de “La Carica dei 101”.
A questo punto forse non era meglio intitolare il film “Cruella”?
Nonostante ciò, la trama è una storia fresca e nuova, avvincente ed affascinate ambientata in una Londra degli anni ‘70 che descrive la storia di Estella: una ribelle e folle ventenne che lotta contro la sua vera natura ossia la “perfida” Cruella, che prima cerca di mascherare con una tinta rossiccia dei capelli, ma che poi tramite un’entrata in scena trionfale si mostra con la sua splendida capigliatura bianca e nera e non la molla più fino alla fine dove accettando di essere la perfida e folle Cruella e non la dolce Estella.
Ma la Cruella che abbiamo visto apparire sui maxischermi di tutto il mondo è davvero la ventenne Crudelia De Mon che appena 20 anni dopo farà di tutto per ottenere la pelliccia dei suoi sogni?
“CRUDELIA” È IL PREQUEL DI QUALE FILM?
Può sembrare banale precisare questo fatto, ma non è assolutamente scontato questo passaggio perché qui non ci troviamo nel caso di “Maleficent”, dove era chiaro che era il prequel del cartone animato del 1959 “La Bella Addormentata nel Bosco”, in quanto non è stato ancora fatto un remake live-action di questo cartone.
Con “Crudelia” abbiamo una situazione più complicata perché della saga de “La Carica dei 101” esistono: un cartone animato intitolato “La Carica dei 101” del 1961 e un film live-action “La Carica dei 101 – Questa volta la magia è vera” del 1996; che hanno dato il via a due filoni narrativi differenti con i rispettivi sequel: il cartone animato “La Carica dei 101 II: Macchia un eroe a Londra” del 2003 e il film live-action “La Carica dei 102” del 2000. Per ognuno di questi due filoni abbiamo due rappresentazioni diverse di Crudelia:
- Nel cartone animato, Crudelia è una fascinosa ereditiera ricca sfondata degli anni ‘60 con una passione per le pellicce. Ha un solo obbiettivo che è quello di confezionare una pelliccia di cuccioli dalmata e Anita è una sua vecchia compagna di scuola.
- Nel film del 1996 Crudelia è una stilista acclamata e affermata degli anni ‘90, proprietaria della sua casa di moda “House of DeVil”. Anita lavora per lei e sono amiche da tempo. Ha la passione per le pellicce, ma l’ossessione di confezionarsi una pelliccia di cuccioli dalmata le viene dopo aver visto un bozzetto di un vestito che Anita aveva disegnato per lei, in occasione del “Met Gala”, che Crudelia tramuta in pelliccia.
Viste le caratteristiche del personaggio e anche le tempistiche, “Crudelia” risulta essere il prequel del film del 1996, nonostante si trovino non molte concordanze: ad esempio: Rudy/Roger in “Crudelia” è un avvocato squattrinato che ha la passione per il piano, nonostante nel film “La Carica dei 101” del 1996 Rudy è un programmatore di videogiochi e non si vede nemmeno l’ombra di un piano per tutto il film.
CRUELLA È DAVVERO CRUDELIA DE MON?
Questo film aveva una grande responsabilità ossia quella di far luce sul passato di una delle cattive Disney più amate e odiate di tutti i tempi, cercando di dare un perché alla sua malvagità e alla sua perfidia. Questo lungometraggio ci prova e giustifica questo lato di Crudelia dicendo appunto che è la sua natura, ci è nata: per quanto Estella cerchi di resistere, alla fine deve soccombere perché infatti, Estella, diventa quello che è, ossia una maschera: una recita fatta di sottomissione e una parrucca, ma che non ha niente a che fare con la vera Cruella.
Però bisogna dire la verità questo film è un bel film, interpretato magistralmente dalle due dive del cinema Emma Thomson ed Emma Stone, che spiega anche la passione ed il talento innato di Crudelia per il glamour e la moda, però non spiega né da una giustificazione per i due tratti fondamentali che caratterizzano il personaggio di Crudelia:
1. L’ossessione per le pellicce
2. L’odio e la fissa per i cani dalmata
C’è una grande assenza che fa tantissimo rumore in questo lungometraggio e sono proprio le pellicce. Se ne sente a malapena parlare: cosa molto insolita visto che si sta parlando di una giovane Crudelia De Mon che appena 20/30
anni dopo rischierà di perdere tutto per ottenere quella dei suoi sogni. Non si riesce veramente a capire come mai la Disney abbia voluto non parlare di questo argomento anzi: dà l’occasione a Crudelia di potere ottenere la tanto
bramata pelliccia di dalmata (nel momento in cui rapisce i dalmata della Baronessa), ma è proprio lei che decide di non confezionarsela o meglio fa finta di averlo fatto per far credere alla sua acerrima nemica di essersi fatta una pelliccia con i suoi cani proprio perché: non vuole ucciderli.
Crudelia De Mon indossa una pelliccia sintetica!!! Questa cosa stride enormemente con il personaggio di Crudelia: colei che appena 20 anni dopo non ci metterà due secondi ad imbracciare un forcone per cercare di uccidere, con le sue stesse mani, 99 cuccioli che si erano nascosti nel fienile di una stalla; o far uccidere da un sicario una tigre siberiana dello zoo di Londra solo per il pregio di poterla indossare.
Stessa sorte è toccata per l’odio e l’ossessione di Crudelia per i cani dalmata che negli altri film è puramente estetica; perché lei rimane folgorata dall’idea di avere una cosa che tutti vorrebbero, ma talmente esclusiva che la ha solo
e soltanto lei. È difficile poi credere che Crudelia De Mon faccia figliare una dei cani che indirettamente hanno causato la morte di colei che credeva essere sua madre, ma che poi in futuro vorrà ucciderli solo per crearsi un capo di pelliccia.
Si spera che in questo caso non siano intervenuti i sentimenti perbenistici che si respirano in America in questo periodo e che spiegheranno questa ossessione del personaggio nel prossimo film che è già stato annunciato;
anche perché è veramente un controsenso, oltre che inutile, parlare della storia di Crudelia senza parlare della sua ossessione per le pellicce. Quegli stessi sentimenti perbenisti che hanno fatto diventare Anita una donna di colore: è giusto utilizzare un espediente simile per mandare un messaggio di inclusività e uguaglianza, ma forse non era meglio, visto che si tratta di un capitolo nuovo, creare un personaggio inedito e fondamentale per la storia o per la crescita e sviluppo di Crudelia invece che snaturare così tanto un personaggio così incastonato nell’immaginario collettivo di tutto il mondo?
Ad ogni modo si spera che questi dubbi che ci sono rimasti in sospeso e senza una risposta siano giustificati in “Crudelia 2”. Altrimenti davvero se Crudelia è troppo scomoda, anticonformista, anticonvenzionale e malvagia (come i cattivi sono e devono essere) per la società odierna, non era meglio lasciarla nell’olimpo della Disney senza scomodarla per darne una versione offuscata e appannata di lei, perché diciamocelo, Crudelia De Mon può suscitare qualsiasi sentimento: tranne la pietà e la tenerezza.
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