Dal clarinetto alla regia, i mille volti della musica. Intervista a Pietro Tagliaferri.

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di Sebastiana Ierna

Speciale Cremona Musica 2024

Il piacentino Pietro Tagliaferri, 59 anni, è il perfetto esempio di musicista poliedrico: clarinettista, saxofonista, musicologo, regista, producer e sound engineer. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo alla scorsa edizione di Cremona Musica International Exhibitions and Festival, impegnato sul palco con il suo clarinetto Patricola – marchio italiano di cui è orgoglioso ambasciatore – accanto al pianista Tommaso Ronchi, e in veste di tecnico del suono per la presentazione dell’ultima produzione discografica di Corrado Giuffredi Puccini 100.

 

Tra le sue numerose passioni spicca l’amore per il cinema. Può dirci come è nato?

Fin da ragazzo la cinematografia mi ha sempre entusiasmato. Per quindici anni ho lavorato come consulente musicale per Mediaset e diretto i concerti della Filarmonica della Scala, in onda su Rete 4 durante la trasmissione Domenica in concerto. Al teatro scaligero ho affiancato il regista svizzero Hugo Käch, occupandomi della supervisione artistica; dopo la sua morte, ho deciso di seguire le sue orme. Nel 2005 ho ideato per i fratelli Volani [imprenditori trentini, leader nell’industria dell’home video, ndr] undici video, lavorando con grandi artisti come Roberto Prosseda, Anna Kravtchenko e Alberto Nosé. Dal 2009 lavoro per Musicom e da tre anni mi dedico alle regie d’opera: in Oman, a Muscat, ho realizzato La Traviata di Giuseppe Verdi, un concerto sinfonico e quest’anno a febbraio A Midsummer Night’s Dream di Benjamin Britten.

 

A Cremona Musica si è esibito con il pianista Tommaso Ronchi, puntando su un programma tutto di musica del Novecento. A cosa si deve questa scelta?

Ho avuto occasione di incidere la Sonata di Hindemith e le 5 Bagatelle op. 23 di Finzi anni fa, per poi prepararli con i miei allievi al Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, dove insegno attualmente. L’esperienza didattica mi ha stimolato molto nello studio di questi pezzi, impegnativi sul fronte dell’espressività e dell’interpretazione piuttosto che su quello virtuosistico, e ho pensato di presentarli quest’anno al pubblico cremonese.

 

Ha partecipato inoltre alla presentazione della produzione discografica Puccini 100 del clarinettista Corrado Giuffredi in veste di sound engineer.

Per la realizzazione di questo lavoro ho curato la parte tecnica del suono, e devo dire che è stata una sfida molto stimolante. Conosco il produttore Mario Marcarini dal 2009, anno del mio ingresso a Musicom, e Corrado è un caro amico con cui collaboro da diversi anni. Ricordo con gioia il primo video prodotto insieme, Corrado Giuffredi Duets, reperibile sulla piattaforma RaiPlay.

 

Qual è il segreto che le permette di coltivare al meglio tutti i suoi talenti?

La passione. Tengo molto all’insegnamento e invito i miei alunni a dare il massimo per raggiungere i migliori risultati. Essere preparati e organizzati è fondamentale. Per imparare, bisogna affiancare e ascoltare chi è più bravo di noi. All’attività didattica unisco quella concertistica: da clarinettista mi esibisco spesso con il pianista Stefano Attesti, mentre come saxofonista sono impegnato nel progetto Riverberi, nato nel 2003, e dal 2009 suono con l’organista Stefano Pellini. Nel ruolo di produttore e tecnico del suono vedo ottimi risultati con artisti con cui lavoro ormai da tanti anni, perché io stesso sono musicista e inserisco nelle mie creazioni un gusto non solo prettamente tecnico. Con le regie d’opera mi sento di realizzare dei film. Varie attitudini legate da un unico scopo: fare ciò che si sente e si desidera!

 

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