di Giulia Vazzoler
È appena sceso dall’aereo, Alessio Ambrosi, di ritorno da un viaggio fra Roma e Parigi, durante il quale ha visitato il Paris Guitar Festival e il Roma Expo Guitars. Si fermerà a Sarzana, sua città d’adozione, solo qualche giorno; poi tornerà oltreoceano, ospite del NAMM Show di Los Angeles, dove porterà in alto la tradizione di Cremona, città patrimonio dell’Unesco per la liuteria.
Nonostante l’agenda fittissima di impegni artistici importanti, risponde al telefono con quella disinvoltura e quel genuino entusiasmo che sono spesso cifra distintiva dei musicisti acustici. Ci racconta la storia del suo festival dedicato alla chitarra acustica, fondato a Sarzana nel maggio del 1998, che oggi si chiama Acoustic Guitar Village e che dal 2015 è approdato a Cremona Musica International Exhibitions and Festival a fianco degli altri saloni di Mondomusica, Piano Experience, Cremona Winds e Accordion Show. E ci svela qualche anticipazione sul programma della kermesse.
Maestro Ambrosi, c’è grande fermento nella preparazione dell’Acoustic Guitar Village, di cui lei è coordinatore artistico. Quali sono gli appuntamenti più attesi per Cremona Musica 2023?
Stiamo definendo il programma in queste settimane, ma posso anticipare che anche quest’anno sono previste grandi presenze internazionali, soprattutto dall’America e dall’Australia. Ospiteremo Happy Traum, storico chitarrista acustico, testimone della scena musicale del Greenwich Village di New York, e daremo vita a una tre-giorni di masterclass di liuteria di altissimo livello con i maestri Leo Buendia, costruttore di Buenos Aires, e Trevor Gore, australiano del New South Wales. Il Cremona Musica Downtown, che offrirà concerti e performance nel centro storico di Cremona con artisti e gruppi musicali del mondo acustico, è confermato anche per quest’anno, così come l’Italian Bluegrass Meeting, coordinato da Danilo Cartia e giunto alla decima edizione.
L’Acoustic Guitar Village è una grande esposizione di liuteria e di accessori dedicata alla chitarra acustica classica e moderna, ma non solo: in queste 7 edizioni avete ospitato masterclass, conferenze e performance con artisti di primo piano.
Sì, abbiamo portato a Cremona un format che avevamo già sviluppato e collaudato per 18 anni a Sarzana. C’è l’esposizione di liuteria ma anche di import, vintage, editoria e accessori per chitarra acustica. Ci teniamo poi a valorizzare la divulgazione musicale, la didattica e l’ambito performativo. Cremona Musica non è solo un marketplace di strumenti musicali: c’è anche un aspetto culturale, che lega l’esposizione dell’artigianato artistico agli eventi e che rende questa manifestazione un potente catalizzatore della grande musica.
Pensavo anche allo spazio dedicato al mandolino, uno strumento che sta conoscendo una grande diffusione internazionale soprattutto grazie alle orchestre mandolinistiche.
Il mandolino è uno dei simboli d’eccezione della tradizione italiana e ci è sembrato giusto riservargli uno spazio autonomo. Per il terzo anno ospiteremo quindi “Cremona Mandolini in Mostra”, sotto la direzione artistica di Carlo Aonzo. Avremo una postazione dedicata alla divulgazione della attività mandolinistiche, masterclass, conferenze – ricordiamo la tavola rotonda moderata dal liutaio Lorenzo Frignani in cui verrà presentato il libro L’invenzione del mandolino romano di Lorenzo Lippi – ma soprattutto c’è grande attesa per i concerti dei circoli mandolinistici provenienti da tutto il mondo, che dal 2021 si danno appuntamento a Cremona.
E da Cremona viaggiamo idealmente fino alle Hawaii e al Sudamerica, per incontrare anche l’ukulele e il charango.
L’ukulele sta conoscendo una grande diffusione soprattutto nelle scuole: è piccolo, ha poche corde e quindi è lo strumento perfetto per avvicinare i bambini alla musica. Noi siamo stati fra i primi a dar vita a un “villaggio dell’ukulele”, che è presente sin dalle edizioni di Sarzana, ma oggi gli espositori sono in continua crescita. Il charango, invece, è uno strumento originariamente realizzato con il guscio di armadillo. È nato per accompagnare la musica andina, ma viene utilizzato anche in altri generi musicali: ricordo che il grande chitarrista Bob Brozman, per definire le sonorità evocate dal charango, diceva di immaginarsi Debussy che fa una vacanza in Madagascar. Anche quest’anno avremo dunque “Charango presente!”, per tutti i tre giorni della manifestazione, con la direzione artistica della charanguista Monique Mizrahi.
Se contiamo le 7 edizioni cremonesi dell’Acoustic Guitar Village, e le uniamo alle 18 di Sarzana, arriviamo a 25 anni di esperienza fieristica. Cosa prova di fronte a questo traguardo?
Sono partito con una scommessa: seguivo le fiere internazionali e mi chiedevo perché in Italia non ci potesse essere una manifestazione dedicata alla chitarra acustica, che è uno degli strumenti in assoluto più diffusi al mondo. Volevo dare dignità a uno strumento che talvolta viene usato in maniera superficiale, per dimostrare che si può fare musica di alto livello anche partendo da uno strumento popolare. Il mio sogno era anche quello di colmare il divario fra il mondo classico e il mondo moderno. Non c’è un genere musicale superiore all’altro: la grande musica, quando è studiata ed eseguita ad alto livello, non ha differenze. L’anno scorso, i mandolinisti Carlo Aonzo e Mike Marshall hanno tenuto un concerto con un repertorio che spaziava da Paganini al jazz, e molti musicisti classici si sono fermati ad ascoltare. Questo era il mio obiettivo, e oggi posso dire con soddisfazione di averlo raggiunto.
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