“Se il servizio è gratis, il prodotto sei tu. Tutto quello che facciamo sul web viene tracciato e monitorato: sanno cosa ci piace e ci interessa, quando siamo soli, depressi, felici e molto altro. Il social media, in particolare, si plasma in base alle preferenze dell’utente al fine di farlo rimanere più tempo online: il web mostra la realtà che si aspetta di vedere, una sorta di realtà personalizzata costruita apposta per lui. Ma quanto ne siamo davvero consapevoli? E come si sentono le persone al riguardo? Nasce così il breve studio, basato su un sondaggio, sulla consapevolezza e la percezione che gli utenti dei social media hanno di questi meccanismi, e di cui gli autori di questo libro ci dicono in modo sintetico, semplice e illuminante”.
Questo è quello che troviamo scritto nella quarta di copertina dell’instant book Data Business and Social Media presentato pochissimi giorni fa alla Libreria Lungomare di Viareggio dai suoi tre autori: il professor Ugo Di Tullio, docente di all’Università di Pisa, e due giovanissime studiose: le dottoresse Federica Bianchini e Virginia Bertelli, rispettivamente laureate in scienze della comunicazione e scienze politiche.
Questa pubblicazione nasce dall’intuizione del professor Di Tullio una volta venuto a conoscenza che le generazioni più adulte, a differenza di quelle più giovani, credono gratuiti i social media non essendoci transazione econimica. Ciò ha portato a riflettere su come gli utenti dei social media possano sentirsi, nel sapere o nello scoprire, che ogni qualvolta navigano in internet vengono profilati e, di conseguenza, appare gratuito ciò che in realtà non lo è affatto. Un pensiero assai innovativo se pensiamo che le prime domande su questo tema sorgono agli utenti da circa solo un anno, in particolare dal 2020 quando uscì il documentario di Jeff Orlowski The Social Dilemma. Nel docufilm, i pentiti della Silicon Valley, rivelano quali siano i meccanismi che stanno dietro ai social media e di come essi siano in grado di autoalimentarsi, sfruttando da un lato la dipendenza psicologica e dall’altro il fatto che i dati personali dei propri utenti possano essere venduti.
Il professor Ugo Di Tullio ha da sempre dato spazio ai giovani, credendo nelle loro potenzialità e nelle nuove generazioni. In tal senso ha volutamente incluso in questo progetto due giovani studiose,attribuebndosi una posizione di supervisore. La scelta non è stata casuale: Federica Bianchini nella sua tesi di laurea ha dato prova di analisi critica e composto un questionario sulla nuova percezione del cinema da parte dei giovani al tempo del Covid, mentre Virginia Bertelli ha maturato diverse conoscenze in questo campo negli anni universitari e attualmente prosegue la propria formazione a Londra in studi di ricerca sociale.
Il sondaggio di questo instant book è stato costruito per non condizionare gli intervistati nelle loro risposte e analizzato con l’aiuto di grafici e dati. È stato somministrato senza limiti né d’età né geografici, essendo internet un fenomeno globale. Gli autori analizzano il presente guardando al futuro, offrendo agli utenti una nuova consapevolezza per capire quanto loro possano essere preziosi per i detentori dei social media, rivelandosi una generosa fonte di guadagno. Alla fine del questionario si propone all’intervistato, ma soprattutto a chi decide di leggere questo studio, un’alternativa per usufruire comunque della comodità di un servizio personalizzato: TATATU è il primo esempio di data sharing economy, vale a dire una piattaforma che paga gli utenti per condividere/visualizzare foto, video o film.
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