Domenica 27 Ottobre al Museo Chagall di Nizza si è concluso il Festival “Musique d’aujourd’hui a demain”, il festival di musica contemporanea dell’Orchestra Filarmonica di Nizza.
Per questa importante occasione sono stati chiamati due musicisti italiani, il direttore d’orchestra Andrea Vitello e il compositore Alessio Elia.
Il programma del concerto era composto dagli ottetti per strumenti a fiato di Stravinsky, Peter Eötvös e dello stesso Elia, eseguiti dall’Orchestra Filarmonica di Nizza sotto la direzione di Vitello.
Il lavoro di Stravinsky è un omaggio alla scrittura di Bach, al contrappunto, rivisitato in chiave di divertimento e avvolto da un’aura di leggerezza e spensieratezza. Dimenticato per molti anni, solo recentemente è tornato nei repertori cameristici di ensemble e orchestre che lo stanno a poco a poco riscoprendo.
Il brano di Eötvös, scritto in memoria di Stockhausen, è composto da una serie di pannelli sonori dalla scrittura cristallina e rarefatta, in cui si inserisce una ricerca timbrica che richiama l’esperienza della musica elettronica del compositore ungherese.
Di Alessio Elia, compositore romano ma residente in pianta stabile a Budapest, considerato “un unicum nel panorama compositivo dei nostri tempi” (Corriere della Musica), è stato eseguito il brano “Octet”, lavoro che impiega una peculiare tecnica compositiva sviluppata dal compositore chiamata polisistemismo, che integra diversi sistemi di intonazione e prolazioni ritmiche, presentata per la prima volta a la Cité de la musique di Parigi nel 2014. Il brano è inoltre una vera e propria esperienza d’ascolto che integra all’interno del linguaggio l’esplorazione del suono come fenomeno acustico.
Al suo debutto francese il Maestro Andrea Vitello, giunto alla ribalta internazionale proprio grazie alla recente incisione discografica dei brani presentati in questo concerto, realizzata per Warner Classics con i musicisti del Teatro alla Scala di Milano.
L’interpretazione di Vitello porta in luce i dettagli peculiari dei tre pezzi in programma, facendo emergere l’intima natura che li anima e che li caratterizza.
Il grande successo di pubblico assume un significato particolare in questa sala, voluta da Chagall proprio per l’esecuzione della musica dei compositori contemporanei, in cui si sono esibiti mostri sacri come Mstislav Rostropovich, Alfred Schnittke, Vladímir Áshkenazi.
Nuovi allestimenti verdiani: pronti a lasciare il segno?
di Gabriele Cupaiolo Sarà una chiave di lettura innovativa a guidare le tendenze interpretative di una delle maggiori opere del cigno di Busseto: scopriamo assieme ...
No comments