Vi ricordate lo scorso articolo in cui si parlava della scala Pitagorica e il monocordo? Abbiamo concluso dicendo che il procedimento matematico alla base del calcolo della scala è assai rigido e non permette nessun tipo di approssimazione.
<< Ma cosa c’entra l’approssimazione? >>
Beh, se costruiamo una scala secondo lo schema di Pitagora presentato nello scorso articolo, ovvero seguendo i suoi intervalli e rapporti, avremo i semitoni che non coincidono: in breve, un sol diesis sarà diverso da un la bemolle, non è possibile approssimare le frequenze allo stesso valore.
<< Ma allora qualcosa non torna, per noi sono omofoni! >> mi direte.
Giusto! Ma non è sempre stato così, come detto prima, c’è stato un tempo in cui un sol diesis era diverso da un la bemolle.
<< Come sono stati resi omofoni? >>
L’introduzione della scala temperata ha approssimato gli intervalli rendendo così un sol diesis omofono di un la bemolle, generando una scala musicale fondata sulla suddivisione dell’ottava in 12 intervalli tra di loro uguali dando vita al “temperamento equabile”.
Per facilitarvi, pensate alla tastiera del pianoforte e ai tasti neri che la compongono. Ecco! Prima del temperamento è come se di tasti neri ce ne fossero due tra due tasti bianchi, bella confusione eh?
Quando avete un po’ di tempo provate a leggere la storia della scala e del temperamento per rendervi conto dell’evoluzione che c’è stata. Come diceva mio nonno << dal nulla non nasce nulla! >>.
Matteo Zetti
rubricafattidinote@gmail.com
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