GIALLO IN SERIE

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Chi non si è sentito almeno una volta nella vita un “piccolo Montalbano” immerso nelle indagini e nei casi irrisolti che sono i protagonisti indiscussi delle nostre serate davanti alla TV?
La grande fiction si è indubbiamente colorata di giallo, proponendo trame intrise di mistero e intrecci avvincenti. Diciamolo chiaramente: quello investigativo e poliziesco è un filone che tiene incollati agli schermi milioni di italiani. È evidente come le atmosfere sentimentali e passionali di “Elisa di Rivombrosa” e le simpatiche vicende di casa Martini di “Un medico in famiglia” abbiano lasciato il posto a veri e propri misteri da risolvere. Dopo “Don Matteo” perfino le suore di “Che Dio ci aiuti” sono diventate abili detective.
Il paradigma della fiction è cambiato: adesso richiede una maggiore attenzione del telespettatore, coinvolto sempre più nella sfrenata ricerca della causa e del colpevole. Si punta alla seduzione dell’audience che si mostra attento ai particolari e agli indizi più nascosti. Tali fiction sollecitano la mente di chi le guarda nel trovare soluzioni e, una volta risolto il caso, si genera una sorta di intima soddisfazione legata al trionfo dei valori. Per tutti gli amanti del “giallo” RaiPlay offre un ampio ventaglio di scelta.

Tre sono le fiction particolarmente interessanti e tutte al femminile, che vedono protagoniste delle indagini tre donne, diverse nel loro genere, ma dotate di un forte coraggio e della capacità di sollevarsi nelle situazioni più difficili.

“La fuggitiva” è un action-thriller diretto da Carlo Carlei, con Vittoria Puccini in un inedito ruolo femminile, completamente diverso da quelli visti in precedenza: un caso di omicidio e una donna, dal passato misterioso, costretta a scappare perché ritenuta colpevole di aver ucciso il marito. Arianna è una donna in fuga che non rinuncia ai sentimenti, è una madre che lotta per suo figlio e, inaspettatamente, anche un’abile guerriera. È un thriller avvincente, ricco di colpi di scena e dai ritmi incalzanti, capace di suscitare la curiosità dello spettatore.

“Le indagini di Lolita Lobosco” è una miniserie diretta da Luca Miniero che vede un’impeccabile Luisa Ranieri nei panni della detective più sexy del momento. Lolita Lobosco, vicequestore di Bari, è una donna che si muove tra indagini, scoperte del suo passato e amori inaspettati. Non mancano gli stereotipi di genere: l’emblema della femminilità rimane ancorato al fatidico tacco 12 e al rossetto rosso. Lolita, però, si dimostra comunque abile nel tenere testa agli uomini che lavorano al suo fianco e che nutrono un evidente rispetto nei suoi confronti. La sceneggiatura non eccede in momenti di tensione o colpi di scena, nonostante si tratti di un giallo, ma il disappunto riguarda l’accento un po’ forzato e la caricatura dello stile di vita pugliese. Nonostante ciò, la fiction riesce comunque ad intrattenere lo spettatore e Luisa Ranieri incarna il perfetto mix tra forza e dolcezza.

“Bella da morire” è una miniserie appartenente al genere crime investigativo, diretta da Andrea Molaioli. Le indagini questa volta sono condotte da Cristiana Capotondi, che interpreta il ruolo di Eva, e riguardano un tema tragicamente attuale: quello del femminicidio. Eva, ispettrice di polizia mossa da un forte desiderio di giustizia, è una donna insolita, schiva, dal carattere spigoloso, legato ad un passato non troppo facile da digerire. In questa fiction vi è un’articolata costruzione dei personaggi e le figure femminili manifestano una complessità strutturale lontana dai soliti cliché. Tutto ruota attorno ad una declinazione precisa che riguarda le emozioni delle protagoniste vittime del femminicidio e di quelle che cercano di indagare l’assassinio. “Bella da morire” è prima di tutto un invito a non nascondere la testa sotto la sabbia.

Tre gialli colorati di rosa, che non propongono eroine svampite o eterne seconde, ma semplicemente donne, forti, coraggiose, vincenti, seppure alla fine, che prendono per mano e conducono nel loro mondo fatto d’indagini, suspense e mistero.

 

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