“Giovani chitarristi acustici: riscoprite il folklore!” Intervista ad Andrea Carpi.

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di Giulia Vazzoler

Con la sua parabola artistica Andrea Carpi ha disegnato, semplicemente, un passaggio fondamentale per la storia della chitarra acustica italiana.

Creatura – come lui stesso si definisce – del Folkstudio di Roma, i suoi esordi lo hanno visto collaborare con artisti del calibro di Mimmo Locasciulli, Sergio Caputo e Antonello Venditti, anche se poi ha scelto di declinare il proprio talento lontano dal palcoscenico, diventando uno fra i più grandi divulgatori italiani di cultura chitarristica.

Giornalista d’esperienza, è stato direttore del mensile “Chitarre”, ed è autore di uno dei manuali di riferimento per la chitarra moderna, “Il manuale di chitarra rock. La chitarra acustica dal folk-blues al rock”. Ha firmato inoltre “Chitarra acustica”, la rivista pubblicata da Fingerpicking.net. Specializzato anche in etnomusicologia, è stato redattore di “Culture musicali”, il semestrale della Società Italiana di Etnomusicologia, e docente di Popular Music all’Università La Sapienza di Roma.

All’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival porta il suo prezioso contributo curando il coordinamento artistico del Concorso “New Sounds of Acoustic Music”, che si terrà nella giornata di venerdì 22 settembre nell’ambito dell’Acoustic Guitar Village.

 

Quando è nata la sua collaborazione con Cremona Musica?

Nel 2002, quando ero direttore della rivista “Chitarre”, Alessio Ambrosi mi invitò a Sarzana per seguire la quinta edizione dell’allora Acoustic Guitar Meeting. Da quel momento l’invito è diventato una consuetudine annuale e una duratura e amichevole collaborazione, confermata con il passaggio del testimone dal Meeting di Sarzana all’Acoustic Guitar Village di Cremona Musica.

 

Qual è, secondo lei, la carta vincente che ha reso grande la fiera di Cremona?

La ricerca di un confronto fra la musica d’arte e il ricco universo delle musiche popolari nella loro declinazione acustica. Cremona Musica è una manifestazione leader a livello internazionale nel campo della liuteria classica di alto artigianato, ma ha avuto la lungimiranza di aprirsi verso gli universi sonori delle musiche popolari ed etniche, sia tradizionali che moderne.

 

Ci parli del Concorso “New Sounds of Acoustic Music”.

È un concorso per musicisti emergenti, di matrice moderna e non classica, nato nel 2003 nell’ambito dell’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana e inizialmente riservato soltanto ai chitarristi solisti. Nel 2010 è poi nata l’idea di promuovere una figura di musicista che si accompagni in modo brillante con la chitarra – penso a modelli come Paul Simon, Joni Mitchell o Pino Daniele… – e così è stata introdotta la categoria dei “cantautori-chitarristi”. Infine, nel 2016, in concomitanza con il passaggio all’Acoustic Guitar Village di Cremona, si è aggiunta la categoria “band acustiche”.

 

In queste occasioni, capita spesso che il livello generale dei partecipanti sia alto. Quali sono le qualità tecniche o musicali che la giuria predilige nel decretare il vincitore?

La giuria della finale comprende personalità rappresentative del comparto della chitarra acustica e del giornalismo musicale, insieme ad artisti e liutai anche internazionali. In qualità di presidente, chiedo di ricercare un equilibrio tra l’abilità tecnica strumentale ed eventualmente vocale, la creatività e il gusto musicale, e la capacità espressiva e performativa, anche tenendo conto del fatto che la musica acustica nel suo complesso non fa riferimento a un sistema musicale codificato.

 

Quali sono i premi in palio?

I premi sono messi a disposizione dalle ditte partner dell’evento. È consuetudine che al vincitore della categoria “chitarristi solisti” venga offerto un amplificatore Acus, offerto dall’azienda Acus Sound Engineering, oltre alla possibilità di esibirsi come ospite nell’edizione successiva dell’Acoustic Guitar Village; mentre il secondo classificato avrà l’opportunità di registrare e produrre un proprio brano presso lo storico Transeuropa Recording Studio di Torino. Il vincitore della sezione “cantautori-chitarristi” riceve invece una chitarra acustica Taylor, offerta dall’azienda Taylor Guitars.

 

Il concorso è arrivato alla XX edizione. Quali sono gli artisti che negli scorsi anni hanno fatto fortuna dopo aver vinto “New Sounds of Acoustic Music”?

“Fare fortuna”, a mio modo di vedere, è un’espressione che poco si adatta al mondo della musica acustica in generale, che in Italia vive un’onorevole dimensione di nicchia. Perciò il nostro obiettivo – e il nostro orgoglio – non risiede tanto nell’accompagnare i giovani musicisti verso il grande successo, quanto nel cercare di creare le condizioni per accrescere in loro la fiducia, la determinazione e l’impegno a migliorarsi e a portare avanti il desiderio di fare della musica la propria professione.

 

Lei è un chitarrista che ha scritto la storia di questo strumento in Italia. Qual è l’insegnamento più importante che sente di dare ai giovani musicisti di oggi?

C’è una cosa che mi sta particolarmente a cuore, e la devo al mio amore per il “folk music revival” nel suo spirito originario, incarnato da personalità come Alan Lomax e Pete Seeger, con le loro esortazioni a riscoprire e valorizzare le proprie tradizioni. Ecco, io sono profondamente convinto che i giovani musicisti dovrebbero sempre inserire nel proprio bagaglio anche lo studio approfondito del folklore musicale del proprio paese d’origine. Perché in quel grande fiume sotterraneo di suoni rappresentato dalle nostre radici risiede una musica di grande spessore e importanza.

 

© Tutti i diritti riservati in collaborazione con Cremona Musica.

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