Il clavicembalo, passione di famiglia. Intervista a Lorenzo Bizzi.

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di Maria Musti

Speciale Cremona Musica 2024

 

È il 1961 quando il giovane Guido Bizzi, all’epoca studente di ingegneria meccanica e di canto, fonda assieme a Mauro Uberti la Camerata Polifonica di Torino, gruppo vocale a cappella. Ed è proprio per procurare al suo ensemble i clavicembali spesso necessari all’attività concertistica che Guido, ormai laureato, comincia a costruire i primi strumenti, per poi creare la sua azienda produttrice. Nasce così la Bizzi Clavicembali, ditta a conduzione familiare consacrata alla costruzione di strumenti a tastiera, la cui qualità fu ben presto notata da musicisti del calibro di Ton Koopman, Trevor Pinnock, Gustav Leonhardt. Lorenzo, 39 anni, figlio di Guido, è l’attuale responsabile del settore costruttivo della Bizzi Clavicembali. Ha ereditato dal padre l’interesse per l’ingegneria meccanica, nonché le ottime capacità manuali e tecniche. Si dedica anche al restauro di strumenti storici a tastiera nell’affascinante cornice di Villa Bossi, l’edificio settecentesco di Bodio Lomnago (VA) in cui la famiglia svolge le sue attività. Lo abbiamo incontrato all’edizione 2024 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival.

 

La vostra azienda è nata grazie al grande lavoro di suo padre Guido. Ci può tratteggiare un suo ritratto?

Mio padre ha sempre dimostrato una forte passione per la musica. Da ragazzo ha fondato un quintetto vocale che è stato tra i primi ad eseguire Monteverdi, appassionandosi anche alla ricerca di canti popolari piemontesi. Trasferitosi a Milano, fondò lo Studio di Musica Antica – il primo gruppo italiano dedicato esclusivamente all’esecuzione del repertorio medievale e rinascimentale – aprendo nel contempo un negozio di strumenti musicali: la carenza di questi gli fece maturare l’idea di cominciare a costruirli. I suoi manufatti riscossero subito unanime apprezzamento, e quindi fu naturale cominciare a pensare in grande, fondando la Scuola Civica di Liuteria. I clavicembali risultarono tra i più richiesti, e per questo decise di dedicarsi integralmente a quella produzione. Tra i suoi desideri c’era la volontà di rendere accessibili a tutti quei meravigliosi strumenti, dal punto di vista dei costi e dei tempi di attesa: pensi che un musicista, per avere il suo cembalo personale, aveva dovuto aspettare ben dodici anni!

 

Un’intuizione vincente, una visione imprenditoriale che avrebbe originato un prodotto italiano di eccellenza! 

Ottimizzando la produzione il costo diventa accessibile. Il modello che seguiamo è quello dei Ruckers, la celebre famiglia di cembalari olandesi che durante Cinquecento e Seicento rappresentava l’eccellenza. Possediamo i nostri macchinari per la trafilatura delle corde, cosa che ci agevola notevolmente nella filiera produttiva… credo che la nostra sia l’unica azienda che produce le proprie. Nella Bizzi Clavicembali io sono il responsabile della parte produttiva, mio fratello Vittorio cura quella gestionale.

 

Avete ideato qualche innovazione importante?

Ogni modello parte da accurati disegni tecnici, realizzati studiando i modelli conservati nei musei. In alcuni casi abbiamo aumentato l’estensione della tastiera: i clavicembali francesi, i più ampi dal punto di vista della gamma sonora, avevano 61 tasti; noi ne realizziamo di ampliati mantenendo le proporzioni, sempre partendo dal disegno originale. Se è necessario, per ottenere una resa sonora ottimale, utilizziamo del legno con degli spessori maggiori rispetto a quelli dei modelli di riferimento. Per fare tutto ciò ci avvaliamo anche della tecnologia: riportando i disegni al computer le modifiche diventano più semplici.

Tradizione ma anche futuro: a Villa Bossi, la vostra sede di Bodio Lomnago, convivono una sala di registrazione, l’azienda, l’Accademia, e un laboratorio di liuteria.

Abbiamo ripreso la costruzione di strumenti ad arco, con una particolare attenzione allo studio delle vernici, un tema che mi appassiona da sempre. La sala di registrazione vanta un assortimento di strumenti a tastiera che va dai clavicembali ai clavicordi e ai fortepiani, in modo che gli artisti possano scegliere lo strumento più adatto al repertorio. L’Accademia invece vuole porsi come trampolino di lancio tra il giovane musicista e il mondo del lavoro, attraverso collaborazioni con prestigiose istituzioni come il Mozarteum di Salisburgo e il Conservatorio di Bruxelles. Ci occupiamo anche del restauro di strumenti antichi, una pratica preziosa in vista della costruzione di strumenti sempre più performanti e in linea con i loro più insigni predecessori. La bellezza della villa, infine, rappresenta la cornice ideale per lavorare in profonda sinergia con quel passato al quale questi strumenti appartengono.

 

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