Il futuro dell’educazione musicale. Intervista a Giuseppe Fausto Modugno.

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di Sebastiana Ierna

In un mondo in continua evoluzione e sempre più interconnesso, l’apertura a nuove realtà e culture è ormai un valore imprescindibile per qualunque progetto educativo. Nell’ambito dell’edizione appena trascorsa di Cremona Musica International Exhibitions and Festival abbiamo incontrato l’eclettico pianista bolognese Giuseppe Fausto Modugno, classe 1960, direttore del Conservatorio “Vecchi-Tonelli” di Modena: oltre a presentare il progetto EduNext, Modugno ha partecipato alla tavola rotonda International cooperations projects in higher music education, riguardante il management e l’istruzione musicale in vari paesi del mondo.

 

Può illustrarci l’importanza di Edunext?

È un progetto che ha preso avvio quest’anno con più di 700mila studenti. Usufruisce di un finanziamento di oltre 22 milioni di euro per sviluppare nell’arco di due anni delle modalità di corsi ibridi, in cui la tecnologia affianchi la didattica tradizionale promuovendo l’inclusione e riducendo le disuguaglianze. L’idea è quella di rinnovare l’educazione digitale con un modello all’avanguardia, in grado di rispondere in modo efficiente alle esigenze attuali e future del mercato del lavoro e della società. Coinvolge 35 università italiane e 5 istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, di cui due Accademie delle Belle Arti, due Conservatori (Modena e Rovigo) e il Politecnico delle Arti di Bergamo. Unimore, l’Università di Modena e Reggio Emilia, ne è a capo.

 

Serviranno quindi piattaforme di alta qualità su cui poter lavorare.

Certamente, e una di queste è mfclasses.com, consigliatami da Roberto Prosseda, coordinatore artistico di Cremona Musica e docente di Pianoforte al Conservatorio di Rovigo. Poter preparare le lezioni sia online sia in presenza permette di migliorare il rendimento dello studente. Grazie a questi strumenti, suonare con musicisti sparsi in tutto il mondo diventa semplicissimo. Nei prossimi due anni scopriremo quali piattaforme saranno le migliori e quali opportunità ci verranno offerte. L’educazione a distanza è un business colossale in cui credo fortemente: bisogna avere il coraggio e la lungimiranza di vivere il corso della storia con tutti gli strumenti a nostra disposizione.

 

Progetti e auspici per la musica e i musicisti del futuro?

Come direttore del Conservatorio di Modena mi sto dedicando con grande impegno ai rapporti internazionali. Sono capofila di alcuni bandi tra cui uno da 700mila euro del PNR (Programma Nazionale per la Ricerca) che si chiama Poligna e un secondo denominato Turandot. Inoltre ho vinto un progetto di un anno con altre 9 università che studia l’approccio dei musicisti alla performance, e un altro con la regione Emilia-Romagna da 90mila euro per le orchestre giovanili. Altri due sono in corso. A questo proposito, mi auguro che la burocrazia italiana possa diventare sempre più un alleato, e sempre meno un deterrente, per tanti progetti che guardano al futuro. Le nuove generazioni hanno bisogno di rispetto e fiducia, è giusto che vivano in un sistema in cui la meritocrazia possa avere maggior voce.

 

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