Il messaggio di gioia, speranza, pace e fratellanza di Muti al tradizionale concerto di capodanno.

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Come ogni anno, abbiamo avuto tutti il piacere di vedere il tradizionale concerto dalla Sala d’oro del Musikverein di Vienna.  A guidare i Wiener Philharmoniker per la sesta volta è stato chiamato Riccardo Muti, che il prossimo luglio compirà ottant’anni. La collaborazione tra il grande direttore italiano e i Filarmonici di Vienna è ormai cinquantennale. Fu in occasione della registrazione delle sinfonie di Schubert che i Wiener proposero a Muti di dirigere il suo primo concerto di Capodanno, nel 1993.

Negli anni, il maestro napoletano ha maturato via via una profonda simbiosi con I Wiener – tutti senza mascherine grazie ai continui tamponi – hanno seguito il direttore con estrema complicità e fiducia, abbandonandosi a improvvisi squarci lirici e a una cantabilità sapientemente italiana. Il programma scelto è stato molto ricercato: nella prima parte si sono ascoltati alcuni pezzi “inediti” per Capodanno, come Fatinitza Marschdi Suppè, Schallwellen, Walzer di Johann Strauss II, Grubenlichter, Walzer di Carl Zeller e In Saus und Braus, Galop di Carl Millöcker; e poi ancora Niko Polka di Strauss II e Ohne Sorgen, Polka di Josef Strauss.

Nella seconda parte, sono state proposte l’ouverture dell’operetta Dichter und Bauer di Suppè e Bad’ner Mad’ln, Valzer di Karl Komzák. Quale omaggio all’Italia, Galop veneziano di Johann Strauss I e Margherita Polka di Josef Strauss, con i balletti che hanno accompagnato anche Frühlingsstimmen di Johann Strauss II, travolgente e incantevole valzer, che Muti ha reso con grande eleganza.
A conclusione della seconda parte quattro brani di Johann Strauss figlio: Im Krapfenwald’l (Polka française), Neue Melodien Quadrille, autentica celebrazione verdiana, Kaiser-Walzer, Stürmisch in Lieb’ und Tanz. Naturalmente, preceduti da Furioso-Polkadi Strauss II.
Non potevano mancare i consueti bis: An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu) di Strauss figlio e Radetzky-Marschdi Strauss padre, senza gli applausi in sala (cosa che a Muti non è certo dispiaciuta), ma con l’abbraccio virtuale del pubblico di tutto il mondo, commosso anche dalle intense parole del direttore e dal suo messaggio, di gioia, speranza, pace e fratellanza.

 

Fonte Connessi all’Opera

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