(di Stefania Bernacchia) Che Anthony Hopkins fosse un attore stratosferico è cosa ormai risaputa; la sua capacità di tramutarsi durante la recitazione è un fatto apprezzato e riconosciuto ormai in tutto il mondo; a lui sono stati affidati i ruoli più svariati, ha lavorato con i più grandi registi di tutto il mondo e il suo debutto cinematografico risale addirittura al 1967 nel ruolo di Riccardo Cuor di Leone nel film Il leone d’inverno, a fianco di Peter O’Toole e Katharine Hepburn.
Quello che nessuno sa però, è che l’attore gallese, premio oscar nel 1992 per il capolavoro di Jonathan Demme ‘Il silenzio degli innocenti’ è anche un musicista e compositore.
Ha studiato pianoforte sin da bambino e confessa che, se fosse stato uno studente migliore, avrebbe preferito fare il conservatorio, ma che scelse la recitazione come piano b.
Negli anni però continò a studiare Chopin e Bach, componendo musica per suo piacere personale e anche commercialmente, con la colonna sonora del film Slipstream, nel 2007.
Come ogni artista introverso e schivo, nel cassetto aveva dozzine di spartiti che raccoglievano polvere, e finalmente un giorno sua moglie Stella, che è italiana, l’ha convinto a metterle assieme in un disco, orchestrato dal suo amico compositore Stephen Barton, e suonate dalla eccellente City of Birmingham Symphony Orchestra, diretta da Michael Seal. Le recensioni sono state sorprendentemente positive e anche un critico musicale severo come Richard Morrison del Times ha affermato che si tratta di un’opera raffinata ed esperta, con uno stile che oscilla fra Vaughan Williams, Lehár e le colonne sonore di John Williams.
Spesso gli uomini cosiddetti talentuosi scoprono durante la loro vita di possedere più di una dote che la natura, generosa, ha donato loro; la fiammella che sentono ardere dentro vuol fare uscire ora quel talento, ora l’altro, lasciandoci senza dubbio sorpresi e stupiti di come possano all’interno di un solo essere umano nascondersi così diverse abilità (uno su tutti Leonardo da Vinci).
In questo caso ci stupisce come un attore del calibro di Anthony Hopkins possa essere anche compositore di musica classica e senta il bisogno di confrontarsi con un genere artistico totalmente nuovo e diverso rispetto a quello che siamo abituati ad attribuirgli.
Un ragazzo che non ha molta voglia di studiare e a soli 19 anni è capace di tirar giù un simile componimento musicale la dice lunga su quella che sarà la sua vita futura, basti pensare che nel 1993 sarà nominato Baronetto per servizi alle arti dalla Regina in persona.
Ringraziamo Radio Firenze per aver scovato questa assoluta chicca musicale datata 2011, nella quale vediamo un settantenne Anthony Hopkins ascoltare l’esecuzione da parte del violinista olandese André Rieu del Valzer che l’attore americano scrisse 50 anni fa prima di diventare attore, dal titolo ‘The Waltz must go on’ (Il valzer deve continuare).
E’ senza dubbio difficile giudicare una nuova composizione classica, ma il Valzer di Hopkins è sicuramente romantico, commovente, trascinante. E chissà se già a 19 anni lo aveva intuito come colonna sonora della sua vita.
Ascoltiamo ‘The Waltz must go on’ diretto dal Maestro Andrè Rieu
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