di Alessandro Nesti
Dopo numerosi slittamenti causa COVID-19 e con ben tre singoli pubblicati in ascesa nelle classifiche di ascolti su tutte le piattaforme, la data di rilascio dell’ultimo lavoro in studio di Machine Gun Kelly è finalmente certa: 25 Settembre.
A meno di un mese dal rilascio dell’album il rapper e ormai punk-rocker nato a Houston in Texas, ha già collezionato numerose impressioni positive, per non parlare del numero ormai incalcolabile di cover del primo singolo “Bloody Valentine” pubblicate su Youtube.
Ciò che più ha acceso gli animi delle schiere di fan è senza dubbio la svolta verso sonorità pop-punk che ricordano molto la golden era degli intramontabili blink-182, e ciò non stupisce affatto, visto che dietro le pelli troviamo proprio lo storico batterista della band californiana, Travis Barker, che per l’occasione riveste anche il ruolo di produttore. Nessun dubbio perciò che l’orientamento verso un maggior utilizzo degli strumenti e di linee melodiche al posto dei suoni campionati e del flow inarrestabile, che ha guadagnato a Colson Baker il nome d’arte di “Machine Gun Kelly”, sia stata una scelta condivisa dai due artisti.
Inoltre lo stesso MGK ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Beats1 che l’utilizzo di strumenti acustici ed elettrici per realizzare questo lavoro e in particolare l’uso della chitarra elettrica, sono un invito ai suoi fan e ascoltatori a instaurare un rapporto diverso con la musica, a scoprire nuove sensazioni tramite il contatto fisico con uno strumento: è un dato di fatto che la giovane età dei suoi sostenitori comporta che molti di loro si rechino a concerti e festival nei quali non è presente neppure uno strumento musicale.
Kelly ha aggiunto che spesso ai suoi concerti viene avvicinato da fan estasiati per il semplice fatto che sul palco lui suoni la chitarra elettrica in alcuni suoi brani, e queste persone si sentono a loro volta motivate a seguire il loro beniamino acquistando uno strumento.
Indubbiamente la virata verso nuovi orizzonti musicali (nuovi per qualcuno, ma ricchi di ricordi e nostalgia di fine anni 90/primi anni 2000 per altri) ha guadagnato al giovane artista nuovi ascoltatori, riuscendo magistralmente a coniugare lo stile scanzonato e vitale del pop-punk tutto power chord e drum fills a velocità supersonica con la vena autobiografica e introspettiva che da sempre contraddistingue i suoi lavori.
Facendo un confronto con l’album immediatamente precedente, “Hotel Diablo”, pubblicato appena un anno fa, in data 5 Luglio 2019, un’opera così oscura, così sofferta e sincera allo stesso tempo, stupisce l’energia che sprigiona dai tre nuovi singoli, “Bloody Valentine”, “concert for aliens” e “My ex’s best friend” pubblicati rispettivamente il Primo di Maggio, il 5 Agosto e il 7 Agosto 2020.
Relazioni conflittuali, tradimenti, un inesauribile bisogno di amore e per finire un improbabile concerto per extraterrestri alla fine del mondo, sono queste le tematiche che Colson Baker ha affidato a testi scritti anche con l’aiuto dell’amico MOD SUN, altro artista della scena rap odierna.
Qual è stato il percorso che ha condotto da “Hotel Diablo” a “Tickets To My Downfall” in un cambio di rotta così radicale e soprattutto in un periodo di tempo così breve?
In realtà la traiettoria è molto più graduale di quanto appaia, dato che già in “Hotel Diablo” c’erano elementi confluiti poi nel nuovo album in arrivo: innanzitutto l’utilizzo della chitarra elettrica nel videoclip musicale del primo singolo estratto, “Hollywood Whore”, forse la più straziante tra le tracce del disco, dalle sonorità volutamente collegabili ai Linkin Park di Chester Bennington, acclamato frontman della band losangelina, morto suicida appena due anni prima e omaggiato da MGK con la frase “R.I.P. Chester Bennington” mostrata nello stesso videoclip e con un verso appositamente dedicato in un’altra traccia dell’album, “Glass House”.
La potenza introspettiva di “Burning Memories”, la sofferente autocritica riguardante l’uso di sostanze stupefacenti in “Candy” e le brucianti accuse all’industria discografica di “Hollywood Whore” si stemperano nell’ultimo brano, “I think I’m OKAY”, che vede la partecipazione del giovane artista Yungblud e del già citato batterista Travis Barker.
Non è un caso che quest’ultima sia divenuta immediatamente la traccia più apprezzata.
Successivamente MGK e Travis Barker, che si conoscono da ormai dieci anni, hanno trasformato quella che era una semplice sessione nello studio del batterista dei blink-182 durante l’autunno 2019 in un vero e proprio progetto, iniziando le registrazioni del primo singolo, “Bloody Valentine” in data 1 Dicembre, sempre nello studio di Barker.
Poco più di due settimane dopo l’inizio dei lavori, il 18 Dicembre 2019 viene reso disponibile un nuovo singolo nato dalla collaborazione dei due artisti, “why are you here”, ma è ormai certo che questo brano non farà parte dell’album in arrivo.
Lo scoppio della pandemia e la quarantena hanno fatto sì che la data di rilascio venisse posticipata più volte, ma Colson ha tenuto alta l’attenzione dei suoi fan con continui accenni all’arrivo del nuovo album, frequenti post sui vari social, in particolare su Instagram, dove vanta più di 6 milioni e mezzo di follower, e una serie di sessioni live direttamente da casa sua, durante le quali ha realizzato cover di brani appartenenti ad artisti famosi, tra cui “Misery Business” dei Paramore.
A breve distanza l’uno dall’altro, sul canale Youtube ufficiale dell’artista sono stati pubblicati vari video, dal già citato primo singolo, “Bloody Valentine”, seguito dal lyric video dedicato, al videoclip ufficiale, che vede la partecipazione della nuova fiamma di MGK, il sogno di tutti i maschi adolescenti, Megan Fox. A seguire un estratto dal footage dei lavori in studio, una performance live per il “Late Late Show” di James Corden, e una cover acustica sullo sfondo di un tramonto struggente in sella a una Harley Davidson.
Dopo una pausa di poco più di un mese Machine Gun Kelly è tornato all’attacco con due nuovi singoli e due nuovi videoclip, i succitati “concert for aliens” e “My ex’s best friend”, quest’ultimo in collaborazione con il cantante Blackbear.
Non resta che aspettare ancora un paio di settimane per avere la conferma di quello che si prospetta già come l’ennesimo successo di un artista in costante ascesa nella scena musicale mondiale e non solo.
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