“Io nel pensier mi fingo” al Niccolini di Firenze.

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Firenze – “Io nel pensier mi fingo” : cinque quadri lirici su testi di Giovanni Pascoli, Guido Gozzano (15 marzo), Aldo Palazzeschi (5 aprile), Carlo Betocchi (3 maggio), Dino Campana (10 maggio). Mediante questo progetto a cura di Sauro Albisani .la compagnia I Nuovi porta in scena al Teatro Niccolini di Firenze i versi di alcuni fra i maggiori poeti italiani “Io nel pensier mi fingo” : cinque quadri lirici su testi di Giovanni Pascoli Guido Gozzano (15 marzo), Aldo Palazzeschi (5 aprile), Carlo Betocchi (3 maggio), Dino Campana (10 maggio). Mediante questo progetto a cura di Sauro Albisani .la compagnia I Nuovi porta in scena al Teatro Niccolini di Firenze i versi di alcuni fra i maggiori poeti italiani tra l’800 e il ’900.

Dopo il successo della prima serata, i prossimi appuntamenti sono il 15 marzo (Gozzano) il 5 aprile (Palazzeschi) il 3 maggio (Betocchi) , il 10  maggio (Campana).

“Quello che cercheremo di fare in scena – afferma Albisani – è una lettura non tradizionale del testo poetico e lontana dal canone consolidato della tradizione letteraria, perché tenteremo di offrire allo spettatore un ingresso, quasi un’irruzione, nella caverna segreta del cuore del poeta, per riuscire a individuare il punto in cui è scattato, in un dato momento, il concepimento della poesia”. In questo spettacolo prodotta dalla Fondazione Teatro della Toscana, ad accompagnare le liriche, la musica di Andrea Portera eseguita dal vivo da elementi dell’Orchestra da Camera del Maggio Musicale Fiorentino dirette dal M° Andrea Vitello.

In questa serie di spettacoli prodotti dal Teatro della Toscana le poesie dei vari autori sono inserite all’interno di una cornice, una sorta di canovaccio che cerca di suggerire agli spettatori le vicissitudini interiori che sperimenta un artista quando si sente in prossimità della creazione artistica. Dentro di lui sta per nascere, nel vero senso del termine, una    una poesia ed è questo particolare e prezioso processo che Io nel pensier mi fingo vuole indagare. “Il nostro esperimento – conclude Sauro Albisani – è una catabasi, una discesa verso l’ora remota e occulta del concepimento del testo poetico, fino all’epifania della sua prima sillabazione. Per ogni appuntamento il canovaccio che fa da cornice alle poesie tenta di disegnarela mappa di una geografia interiore, che è poi la topografia, la carta psichica, delle ossessioni del poeta”.

Prossimo appuntamento .  ED IO NON VOGLIO PIÙ ESSERE IO KAMMERMUSIKGOZZANO   lettura di poesie scelte di Guido Gozzano con Maddalena Amorini, Mattia Braghero, Fabio Facchini, Claudia Ludovica Marino, Nadia Saragoni, Filippo Stefani

Nel salotto di Nonna Speranza tra le buone cose di pessimo gusto, muovendoti in un teatrino domestico che dipingi spietatamente senza fingere di ignorare la quotidiana miseria dei suoi orizzonti e amando tuttavia sinceramente l’inermità delle creature che a quegli orizzonti si affacciano con tutta la loro ingenuità, con quell’inconsapevolezza che può rendere belle anche due iridi sincere, “azzurre d’un azzurro di stoviglia”.

 

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