di Salvatore Frega
Quando mi sono imbattuto nell’ultimo lavoro discografico del Quartetto di Cremona, ho avuto la sensazione di rivivere le stesse emozioni che mi hanno trasmesso gli ultimi lavori del Quartetto Italiano.
Italian Postcards, è un lavoro curato in ogni minimo particolare, sia di produzione che nella scelta di ogni composizione.
Uscita il 20 novembre, prosegue il tema di «Italian Journey», inciso anni fa, ribaltandone il punto di vista. Se, con «Italian Journey» si raccontava un’Italia vista dagli italiani, con un programma come Verdi e Puccini, Respighi e Boccherini, adesso è il Bel Paese visto dagli stranieri. Il giovane Mozart, il Ciaikovskij del sestetto Souvenir de Florence, Hugo Wolf, che con la Serenata Italiana rende omaggio a melodie tradizionali come la tarantella, evidenziando una musicalità e una cantabilità tutta italiana. C’è anche una cartolina di un «vivente», commissionata a Nimrod Borenstein, compositore franco-anglo israeliano. Il suo quartetto, Cieli d’Italia, è uno sguardo all’insù, un segno di speranza.
Realizzato grazie al «Franco Buitoni Award» vinto dal Quartetto di Cremona nel 2019, il disco è un nuovo biglietto da visita di un ensemble ambasciatore di una cultura quartettistica italiana.
Inizialmente ho citato con molto coraggio e consapevolezza il Quartetto Italiano, ecco, il Quartetto di Cremona prosegue il lavoro sia nella ricerca musicale che anche nell’aprire le porte a nuovi lavori.
Mai una minima sbavatura di suono, in questa ultima produzione discografica, il Quartetto supera se stessa, con un affiatamento spettacolare. Un controllo e un mix molto raro, che possiamo notare sin dall’inizio con Hugo Wolf, Italian Serenade.
La freschezza e l’eleganza con cui intraprendono il viaggio del I° Quartetto di Mozart è magnetico, in cui dimostrano, ancora una volta, un senso gioioso e quasi naturale della loro particolare sonorità.
Di particolare interesse è la rapsodia di Cieli d’Italia, commissionata a Nimrod Borenstein. Si notano subito varie dislocazioni ritmiche che isolano gli elementi simbolicamente ‘italiani’ della partitura. Il suono ravvicinato e il coinvolgimento intenso del Quartetto enfatizzano anche i vibranti e i colori “quasi” russi che riprendono lo stile neoclassico del sestetto di Tchaikovsky.
Una sorpresa la possiamo riscontrare proprio con il sestetto di P. I. Tchaikovsky, in cui entrano in gioco il violista Ori Kam e il violoncellista Eckart Runge, formando una coesione spettacolare, facendo risaltare ogni momento intenso della musica del compositore Russo.
Una produzione discografica che bisogna gustare in ogni suo dettaglio.
Quartetto di Cremona
Italian Postcards
Tracklist
Hugo Wolf (1860 – 1903)
1. Serenata italiana (6.50)
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)
Quartetto per archi n. 1 in sol, K. 80 “Lodi” (17.31)
2. Adagio (8.02)
3. Allegro (4.08)
4. Menuetto (2.31)
5. Rondeau: Allegro (2.50 )
Nimrod Borenstein ( nato nel 1969)
6. Cieli d’Italia , op. 88 per quartetto d’archi (7.20)
Registrazione in prima mondiale, commissionata dal Quartetto Cremona
Pyotr Ilych Tchaikovsky ( 1840-1893 )
Sestetto per archi in re minore, op. 70, “Souvenir de Florence”
7. I. Allegro con spirito (10.32)
8. II. Adagio cantabile e con moto (10.09)
9. III. Allegretto moderato (6.40)
10. IV. Allegro con brio e vivace (7.13)
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