di Giulia Vazzoler
Esce sotto l’egida di Yamaha il disco di esordio di Beatrice ed Eleonora Dallagnese, giovane duo pianistico trevigiano proveniente dalla scuderia di Imola e già insignito del prestigioso riconoscimento di Yamaha Artist. L’album, pubblicato da Movimento Classical, è dedicato alla musica per pianoforte a quattro mani di Schubert e Brahms.
Scelta coraggiosa, e tuttavia non sconsiderata, per il brano d’apertura: la Fantasia in Fa minore D 940, una delle pagine più amate – e senz’altro più eseguite – dell’opera a quattro mani di Franz Schubert. Interpretata correttamente come Charakterstück, senza che la sottile scrittura schubertiana, densa di intarsi contrappuntistici, ne rimanga offuscata, l’interpretazione di Dallagnese non cede al virtuosismo autocompiacente, pur rendendo bene l’estro libero e a tratti improvvisativo del brano così come la maestosità sinfonica di alcuni momenti. Segue l’Allegro in La minore D 947, battezzato da Diabelli come Lebensstürme. La “tempesta della vita” – topos ricorrente della letteratura romantica e caro anche a Schubert – è ben resa nel suo incedere tumultuoso, che non scalfisce la solida architettura in forma sonata di questo brano complesso.
La medesima tradizione di esecuzioni domestiche, così come la fascinazione per una scrittura pianistica che tenda all’ampiezza orchestrale, unisce Schubert a Johannes Brahms, i due autori ben accostati nel programma di Dallagnese.
Le Variazioni op. 23 sul Geister-Thema di Schumann, omaggio al compositore nel quinto anno dalla sua morte, sono rese correttamente nella loro natura intima e introversa; il suono è chiaro e luminoso, ed evoca bene la dolcezza e la suggestione paradisiaca di questo commosso commiato. Tutt’altro spirito anima le estrose Danze Ungheresi, interpretate con freschezza dalle giovani Dallagnese, che in queste cinque brevi esecuzioni rendono bene l’aspetto più giocoso e genuinamente divertente del pianoforte a quattro mani.
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