La liuteria sostenibile di Wilhelm Geigenbau. Intervista a Boris Haug.

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di Alessandra Assi

Speciale Cremona Musica 2024

 

Immersa tra le verdi valli svizzere del canton Argovia, la liuteria Wilhelm Geigenbau vanta ben 62 anni di esperienza nella costruzione, restaurazione e manutenzione di strumenti ad arco. Nata a Suhr nel lontano 1962 dalla passione dei coniugi Rolf e Brigitte Wilhelm, l’impresa a conduzione familiare continua oggi con i figli Claudia e Mark, il quale ne ha assunto la gestione. Oltre alla creazione di strumenti di qualità, da anni la Geigenbau si interessa anche al tema della sostenibilità e della protezione dei legni tropicali, quali ebano e palissandro: utilizzati e apprezzati da secoli nella liuteria per le grandi qualità estetiche e acustiche, sono tuttavia sempre più vulnerabili a causa dell’eccessiva domanda del mercato e della deforestazione irresponsabile. Abbiamo intervistato Boris Haug, genero di Mark Wilhelm ed esperto nella ricerca e nell’utilizzo di soluzioni alternative, in vista dell’edizione 2024 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival.

 

Dal 2018 non utilizza più legni tropicali per costruire i suoi strumenti. Come è arrivato a questa decisione?

È una questione che mi sono posto già dal 2007, e che mi ha condotto a provare svariati materiali differenti. Purtroppo non abbiamo più l’ecosistema e la biodiversità che avevano a disposizione i liutai di trecento anni fa: pensiamo solo che le specie di ebano naturalmente esistenti in Madagascar sono state completamente prosciugate, diminuendo da 50 a una soltanto. La varietà e qualità del legno disponibile è diminuita di conseguenza, e i costruttori di violini sono stati costretti ad adeguarsi a questo andamento disastroso. La promulgazione a livello europeo del Supply Chain Act nel 2024 invita le aziende a essere più trasparenti riguardo al luogo e alla modalità con cui sono state ottenute le materie prime che utilizzano; l’esplorazione di alternative più ecologiche è diventata perciò una necessità. Dopo varie ricerche, sono riuscito a trovare due soluzioni che mi hanno soddisfatto per consistenza e caratteristiche sonore: Sonowood ed Ebonprex.

 

Di che cosa si tratta?

Sonowood prevede l’utilizzo di legni di abete, acero o faggio (le tipologie più sostenibili) che vengono densificati fino a raggiungere proprietà molto simili all’ebano naturale. L’Ebonprex, prodotto a Vicenza, si ottiene invece a partire da lamine di faggio, che vengono incollate unidirezionalmente con la resina.

 

Come sono state accolte queste soluzioni dal mercato, e cosa si aspetta dalla nuova edizione di Cremona Musica?

Abbiamo ricevuto un crescente interesse per i nostri prodotti alternativi, anno dopo anno, e per la kermesse in arrivo prevediamo di consolidare questo trend: il discorso riguardante i materiali sostenibili si sta diffondendo a macchia d’olio tra colleghi e addetti ai lavori. C’è sempre più consapevolezza della scarsa qualità dell’ebano e dei problemi che stiamo riscontrando sul piano etico e commerciale, e sono molto contento di poterne discutere con loro in fiera; inoltre, quest’anno saranno presenti davvero moltissimi artigiani in occasione del Concorso Triennale Internazionale di Liuteria. Sarà una preziosa occasione di confronto e apertura, non vediamo l’ora!

 

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