di Gabriele Cupaiolo
Non potrebbe aprirsi in maniera più sorprendente la serata inaugurale della prima edizione del Festival Toscanini – attesa per il 5 giugno a Parma, presso l’Auditorium Paganini, che ci offrirà l’esecuzione, successivamente all’unico e lontano precedente del 1884, dell’opera giovanile di Giacomo Puccini, Le Willis, grazie alla quale l’allora ventiseienne musicista toscano si prestò al concorso indetto dall’editore Sonzogno. La partitura, al centro di una vicenda a dir poco intrigante, ebbe il merito di orientare le sorti artistiche del giovane Puccini, a quel tempo ancora sconosciuto ai più.
A dirigere la Filarmonica Toscanini sarà Omer Meir Wellber, Direttore Musicale del Festival, che così darà luogo al suo debutto operistico a Parma. Le Willis avrà replica in data 7 giugno, presso il Teatro del Giglio di Lucca, quale ulteriore omaggio alla memoria pucciniana – a mesi di distanza da un altro splendido evento, quello organizzato proprio in collaborazione con le istituzioni lucensi da Paolo Sabbatini, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.
Il soprano Selene Zanetti interpreterà Anna, il tenore Kang Wang Roberto e il baritono Vladimir Stoyanov Guglielmo Gulf.
Il Coro sarà quello della Camerata Musicale di Parma, diretto da Martino Faggiani.
La Toscanini riuscirà così a rappresentare – dopo un decennio – un titolo operistico in forma semiscenica. L’occasione parmense de Le Willis sarà preceduta dal Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, il quale caratterizzerà la serata inaugurale entro una formula del tutto originale, quella dell’esecuzione di un’opera preceduta da un concerto sinfonico. Al pianoforte il rumeno Daniel Ciobanu, vincitore del secondo premio e del premio del pubblico al Concorso Arthur Rubinstein di Tel Aviv nel 2017.
L’edizione critica de Le Willis, a cura di Martin Deasy, rappresenta il risultato di un’accurata recensione delle fonti dirette: essa è stata ricostruita, infatti, a partire dalle uniche due parti pervenuteci del manoscritto originale, conservate presso la Morgan Library & Museum di New York e l’Archivio Ricordi di Milano.
Le Willis di Puccini sarà realizzata in forma semiscenica, con figuranti, un danzatore e un corpo di ballo. La regia sarà affidata a Filippo Ferraresi, alla sua prima esperienza in ambito di regia d’opera, dopo diversi anni a fianco di Romeo Castellucci ed entro le file del Cirque du Soleil, nonché dopo il debutto, tramite propria produzione e durante l’attuale stagione, al Piccolo di Milano.
«Credo che tutta la pregnanza di quest’opera risieda nella dimensione magica, tipica delle fiabe, che la caratterizza. Mi è parso quindi opportuno riflettere sul concetto di fiaba per dare vita ad un’idea propriamente visiva della stessa, entro connotati fondamentalmente antropologici e archetipici, nonché entro un clima di fatalità prossimo a quello della tragedia greca. Alla fiaba non interessa essere conciliatoria o giusta, la sua bellezza si rivela consustanziale alla sua violenza. Tutto ciò risulta evidentissimo nella musica di Puccini: bellezza e violenza dilagano come sorelle, ora concilianti, ora in disaccordo tra loro. Ma cosa può trasmetterci tutto ciò ai tempi attuali? Credo che la risposta giri intorno a questo pensiero: dovremmo tornare a raccontarci storie di ogni tipo, ben diverse dalle stories di Instagram – in cui ogni contenuto è filtrato da una patina di buonismo, in cui nessuno grida pietà, perché tanto tutto ciò che si fa o si dice è accettabile. Torniamo a suonare le trombe del fato. Ma cosa si dispiegherà sulla scena? È chiaro che la grande parete di vetro sarà la protagonista assoluta: il gioco tra il dentro e il fuori, veicolato dalla complicità di un giugno tutto italiano, sarà interessantissimo da sfruttare nella sua potenzialità. E poi il cerchio. Simbolo warburghiano, emblema della perfezione, del ritorno di tutte le cose, uroboro inesorabile. ‘Gira, gira, danza, gira!’ grida il coro dei paesani. Ed ecco che in scena un derviscio rotante inizia la sua vorticosa danza. Non si fermerà più per tutta la durata dell’esecuzione, trascinandosi di volta in volta in un nuovo turbine fisico e mentale, ipnotico come alcune arie di Puccini».
Molto interessante la storia che vide il giovane Puccini partecipare al concorso di composizione Sonzogno, concorrente al tempo della Casa Editrice Ricordi. Puccini non vinse, nemmeno ricevette menzione alcuna. L’opera venne poi rappresentata al Teatro del Verme di Milano – sostenuta da alcuni mecenati privati – il 3 maggio 1884, ma la stampa dell’epoca riportò ampie discussioni riguardanti la bocciatura de Le Willis, a partire dalla consegna frettolosa del lavoro, che risultava mal redatto ed incompleto. Tra le voci che suscitarono un insolito interesse nel pubblico coevo ne troviamo una in particolare, quella che interpretava la vicenda quale astuta manovra di Giulio Ricordi, noto editore milanese, finalizzata a condurre il giovane compositore sotto la propria egida.
Ad approfondire l’avvincente narrazione contribuirà il primo incontro del Festival Il Concorso Sonzogno e il caso Le Willis, una conferenza-concerto in collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca e Casa Ricordi. L’appuntamento sarà all’Auditorium di APE Parma Museo, ore 18.00 del 5 giugno. Parteciperanno Martin Deasy – Casa Ricordi, Michele Girardi – Università Ca’ Foscari di Venezia/Centro Studi Giacomo Puccini e Simone di Crescenzo – Università La Sapienza di Roma.
Su Puccini, si sa, aleggia la fama di primo grande operista successivo a Verdi e Wagner, inserito in un’epoca che permise il fruttuoso dialogo vis-à-vis con l’intramontabile Toscanini. Questo celebre rapporto andò consolidandosi con ottimi propositi e risultati nel corso del tempo; basti ricordare – quale apice – il debutto de La Fanciulla del West al Metropolitan di New York, proprio con Toscanini sul podio (1910).
Il Convegno Internazionale, realizzato in collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca, si terrà il 6 giugno presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Parma (ore 10.00) e sarà dedicato ad approfondire proprio il rapporto tra Toscanini e Puccini. Interverranno Alessandro Avallone – Università La Sapienza di Roma, Stefano Baia Curioni – Università Bocconi di Milano, Virgilio Bernardoni – Università degli Studi di Bergamo/Centro Studi Giacomo Puccini, Gabriella Biagi Ravenni – Centro Studi Giacomo Puccini, Marco Capra – Università degli Studi di Parma, Michele Girardi – Università Ca’ Foscari di Venezia/Centro Studi Giacomo Puccini, Harvey Sachs – Curtis Institute of Music di Philadelphia, Emanuele Senici – Università La Sapienza di Roma/Centro Studi Giacomo Puccini. Coordinamento di Simone di Crescenzo – Università La Sapienza di Roma.
Gli incontri e i convegni del Festival sono ad ingresso gratuito; Per informazioni su questa ed altre esibizioni: biglietteria@latoscanini.it, telefono: 0521 391339; sito: Fondazione Toscanini.
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