di Gabriele Cupaiolo
Un lavoro importante quello del musicista, possiamo dirlo senza problemi. Chi mai penserebbe di avviarsi ad una carriera del genere, dipanata tra i sentieri di un’ininterrotta sfida professionale e personale, senza sgomentarsi almeno una volta per gli ostacoli che interpelleranno la propria quotidianità? Le ore di impegno allo strumento, le svariate difficoltà tecniche, un pubblico che ti ascolta (giudicandoti) rappresentano solo alcune delle costanti che possono esaltare o abbattere l’animo dell’artista.
Raramente, però, si prendono in considerazione difficoltà più inaspettate, come ad esempio l’eventualità di un infortunio fisico o di un disturbo neurologico. È soprattutto per questo che, quando anche la sorte ti si para contro, sono solo i più tenaci a resistere: uno di questi è Giovanni Nesi, che domenica 15 Maggio – presso il Museo di Orsanmichele a Firenze – si esibirà in un recital davvero interessante e insolito. Colpito dalla distonia focale (un disturbo neurologico che danneggia la piena padronanza di una specifica parte del corpo sovra esercitata – nel caso di Nesi la mano destra), il pianista classe ‘86 proporrà un programma che prevede brani per sola mano sinistra, sia nella forma di pezzi originali che di trascrizioni. La celebre Suite per violoncello n.1 in Sol Maggiore di J.S. Bach costituirà il primo banco di prova, entro una trascrizione intrigante e fedele alla partitura originale: l’unica voce in gioco, infatti, volerà sulla tastiera proprio come farebbe un archetto sulle solide corde di un violoncello, alla ricerca di una qualità del timbro sintetica ma non poco chiara, pregna di un’armonia velata ma non assente. Seguirà il Preludio Op. 9 per mano sinistra di Skrjabin: per molti anni il nome del musicista russo fu sinonimo di abilità, virtuosismo e bellezza di suono entro i registri bassi del pianoforte, al punto da accostarsi alla definizione di ‘Chopin della mano sinistra’ nella pubblicità dei suoi concerti in America; dunque, la sua presenza sul cartellone è più che doverosa e giustificata. A seguire ci imbattiamo in un brano di Adolfo Fumagalli, la Parafrasi sulla Casta Diva dalla Norma di Vincenzo Bellini: amato e rispettato dalla critica e dal pubblico, al suo tempo ottenne un clamoroso successo eseguendo le proprie opere per mano sinistra, lavori che, per quanto non famosi al pari di altri, rappresentano una solida testimonianza dei progressi della tecnica e del virtuosismo pianistici coevi.
Di seguito tre pezzi di R. Schumann trascritti da P. Wittgenstein. L’affermato pianista, fratello dell’altrettanto celebre filosofo, appena scoppiata la Grande Guerra, durante gli scontri armati nella Polonia orientale, fu colpito al gomito destro dal fuoco nemico. In seguito alla vittoria russa si ritrovò trasferito in Siberia, dove ebbe modo di prendere piena coscienza del futuro: amputato il braccio destro, tra mille difficoltà decise di specializzarsi entro la composizione e l’esecuzione pianistiche per sola mano sinistra, divenendo vero e proprio pilastro del genere, nonché autore ormai caro al repertorio dello stesso Nesi.
A concludere questo ciclo concorreranno tre pezzi di D. Shostakovich trascritti da Giovanni Nesi – ammirevole la dedizione rivolta non solo all’esecuzione di una letteratura già esistente, ma anche all’arricchimento della stessa, seguiti dalla Ciaccona in Re minore dalla seconda partita per violino di J.S. Bach trascritta da J. Brahms, probabilmente il pezzo più noto al grande pubblico tra quelli proposti. Non ci resta che augurarvi un buon ascolto!
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