BOLZANO – La quarta edizione di OPER.A 20.21, stagione regionale organizzata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, propone per la prima volta in Italia unasilent opera: Vixen della regista inglese Daisy Evans. L’originale adattamento de La piccola volpe astuta di Leoš Janačék sarà ospitato ne Le Gallerie di Piediscatello di Trento
OPER.A 20.21, stagione dedicata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento al teatro musicale di oggi, con la Direzione Artistica di Matthias Lošek, propone per la prima volta in Italia, una silent opera: sabato 2 (ore 20) e domenica 3 marzo (ore 17 e ore 20), l’affascinante ambientazione de Le Gallerie di Piedicastello di Trento farà da sfondo a Vixen, ideata dalla regista inglese Daisy Evans partendo dall’opera La piccola volpe astuta di Leoš Janačék.
Interpreti: Rosie Lomas (Vixen), Adam Green (Forester), Timothy Dickinson (Harasta), Lawrence Thackeray (Fox). Ensemble: Rosanna Ter Berg, Rachel Coe, Philip Granell. Direzione musicale di Stephen Higgins. Regia e libretto di Daisy Evans. Arrangiamenti musicali di Stephen Higgins e Max Pappenheim. Scene e costumi Kitty Callister. Luci Jake Wiltshire Sound Design David Gregory, Max Pappenheim. Produzione Silent Opera. Coproduzione Fondazione Haydn.
Le rappresentazioni di Vixen saranno precedute dai consueti appuntamenti introduttivi, tutti previsti ne Le Gallerie di Piedicastello: Oper.a Backstage, uno sguardo al “dietro le quinte” (giovedì 28 febbraio, ore 18), e Oper.a Intro, un’ora prima dei tre spettacoli. Sarà inoltre attivo un servizio navetta da Bolzano a Trento, e ritorno, su prenotazione da effettuare al momento dell’acquisto del biglietto.
Silent Opera è il nome della compagnia fondata da Daisy Evans ma è anche e soprattutto un concetto, una sorta di filosofia per cercare una connessione originale fra teatro musicale e XXI Secolo: partendo dalla Silent Disco, la regista inglese ha elaborato un nuovo format operistico, nel quale il pubblico, che indossa cuffie mediante le quali ascolta musica preregistrata e mixata con le performance dal vivo dei cantanti, diventa esso stesso il palcoscenico dell’opera. Il pubblico può quindi muoversi e interagire con lo spazio: di solito è il sottosuolo londinese, nel caso della prima rappresentazione italiana di Vixen sono appunto Le Gallerie di Piedicastello, un tempo due tunnel stradali della tangenziale di Trento, ora sede espositiva della Fondazione Museo Storico del Trentino destinata anche a ospitare eventi artistici.
Vixen prende le mosse da La piccola volpe astuta del compositore ceco Leoš Janáček, che traspose in chiave operistica una novella pensata originariamente come una specie di romanzo a fumetti. Nella versione di Daisy Evans la volpe è una giovane donna che, in un mondo a declinazione maschile, percorre con determinazione la propria strada, ponendo resistenza a un uomo che cerca di catturarla e controllarla. Le parti di ispirazione folk dell’opera di Janáček vengono eseguite dal vivo, mentre le parti orchestrali, intrise di Romanticismo, sono preregistrate.
La piccola volte astuta di Leoš Janáček
Sembra sia stata la sua domestica ad attirare l’attenzione di Leoš Janáček sulle storie illustrate che nel 1920 apparivano quotidianamente sul giornale locale Lidove Noviny. Vi si narrava la vicenda di una volpina catturata da un guardiacaccia, che riusciva poi a fuggire per tornare nei boschi a trovarsi un compagno e a mettere su famiglia. La versione originale era costituita da una serie di disegni di Stanislav Lolek – quasi un fumetto senza parole – che il giornale aveva voluto corredare di un testo L’opera di Janáček, che si colloca nella stagione conclusiva della creatività del compositore ceco, costituisce un unicum nella storia del teatro musicale.
La trama è molto semplice: un guardiacaccia trova nella foresta un cucciolo di volpe e lo porta a casa per far divertire i propri figli. Ma la volpe non è un cane (come essa stessa orgogliosamente afferma) e dopo aver combinato un po’ di guai, scappa nella foresta dove si impadronisce della tana di un tasso; incontra un volpe maschio che la corteggia e col quale poi si sposa. Intanto all’osteria, il guardiacaccia beve e gioca a carte con alcuni suoi amici, un prete e un maestro di scuola: tutti e tre sono un po’ brilli, si prendono in giro e scherzano sugli amori infelici di uno di loro, sulla volpe fuggita al guardiacaccia e poi se ne vanno a casa. La volpe li spia e si diverte alle loro spalle. Uno di loro, il maestro, vede un girasole mosso dalla volpe, lo scambia per la sua donna, e le fa una dichiarazione d’amore. Il prete rievoca un suo amore passato. Il guardiacaccia insegue ancora il mito della sua volpe fuggita. Ben presto nascono i volpacchiotti che i genitori istruiranno sui pericoli della foresta. Tutto procede in una specie di “normalità” che però sarà destinata ad essere travolta dal tempo che passa. Nel terzo atto un bracconiere non solo ruba la moglie al povero maestro, ma ruba anche la volpe uccidendola con un colpo di fucile. E nell’osteria i tre amiconi non si ritroveranno più a passare allegre serate. Il tempo li ha allontanati, incupiti, intristiti. Resterà solo il rimpianto. Il guardiacaccia tornerà nel bosco, come all’inizio. Ma anche il bosco è cambiato. La volpe che vede correre fra gli alberi è un ranocchio, forse uno dei suoi figli.
Daisy Evans _ regia e libretto
Regista di teatro e opera a livello internazionale. Il suo lavoro più recente include Sounds and Sorcery, Celebrating Disney’s Fantasia al The Vaults di Londra, La Traviata al Longborough Festival Opera, Vixen per ENO/Silent Opera al The Vaults e al Beijing Music Festival, King Arthur per l’Accademia di Musica Antica al Barbican Centre di Londra e Così fan tutte al Bury Court Opera. Come librettista, ha scritto versioni in inglese di La piccola volpe astuta diventata Vixen, del Don Giovanni di Mozart (Giovanni), dell’Orfeo e de La Bohème. Il teatro la vede attiva con Orpheus ed Eurydice e Our Country’s Good con i King’s Players oltre a Bacchae e The Tempest per il Waistcoat Theatre. È direttore artistico di Silent Opera, supportata dalla English National Opera. È stata nominata Best Young Director agli International Opera Awards 2016, oltre ad essere la vincitrice dello Sky Arts Futures Fund e del premio come Best Opera Production agli OffWestEnd Awards.
Stephen Higgins _ direzione musicale
Ha studiato alla Oxford University, alla Guildhall School of Music and Drama e al National Opera Studio di Londra e ha lavorato nei principali teatri d’opera e festival sia nel Regno Unito che all’estero. Ha trascorso la sua prima fase della carriera professionale nello staff musicale di ROH, Glyndebourne ed ENO, lavorando su un repertorio di ampio respiro, da Monteverdi passando per Mozart, Puccini fino a John Adams e Stephen Sondheim. Ha diretto numerose anteprime mondiali: The Way Back Home (un’opera per bambini); Dr Dee (Damon Albarn) e The Duchess of Malfi (Torsten Rasch). Del repertorio operistico classico ha diretto Owen Wingrave (Britten), Il flauto magico (Mozart), L’Elisir d’amore (Donizetti), Don Giovanni (Mozart), La Bohème (Puccini), Hansel und Gretel (Humperdinck). Nutrendo interesse per il teatro musicale, ha collaborato con Sondheim al revival di A little Night Music e Sunday in the park with George al Teatro Châtelet di Parigi, e ha diretto Phantom of the Opera al West End di Londra. Dal 2016 è Head of Music all’opera di Bergen Nasjonale in Norvegia: qui ha diretto Hansel und Gretel e Carmen e ha assistito i visiting conductors nelle produzioni di Madama Butterfly, Il Turco inItalia, Otello e Peter Grimes.
Info
Fondazione Haydn di Bolzano e Trento
0471 053800
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