ORCHESTRA SENZASPINE: (RE) START-UP. SETTE DOMANDE A TOMMASO USSARDI E MATTEO PARMEGGIANI

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L’Orchestra Senzaspine, ormai, non avrebbe certo bisogno di presentazioni. È nata a Bologna sette anni fa e in breve tempo ha conquistato tutti, calamitando intorno a sé oltre quattrocento giovani musicisti da ogni parte d’Italia, costruendo con pazienza e sacrificio un cammino fatto di centinaia di concerti, l’affidamento e la riqualificazione di un ex mercato rionale (diventato il Mercato Sonato), la nascita della Scuola di musica, collaborazioni con solisti di fama internazionale e tanto altro. È, di fatto, una start-up innovativa che ripensa il concetto stesso di fruizione, riformula i linguaggi tradizionali di comunicazione, sconvolge e sorprende, appassiona. Il concetto alla base del nome è chiaro: la musica classica non punge, tutti possono coglierla, come un fiore. Anche per questo, tolte le cravatte e i papillons della prima sinfonia di Mahler al Teatro Manzoni, abbiamo visto invadere il palco del Teatro Duse da pirati, principesse, elfi, maghi, supereroi, mentre un tirannosauro saliva sul podio e Peter Pan e Capitan Uncino combattevano sul proscenio, prima di catapultarci al Mercato, ogni giorno animato da suoni sempre nuovi, colori, danza, laboratori, magari deliziandoci con i piatti dello chef e sorseggiando ottime birre.

Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani                                               © Note Fotografiche

 

 

Per TGmusic.it abbiamo deciso di intervistare Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani, i due direttori e anime della realtà Senzaspine, attorno ai quali gravita un team di professionisti formidabili.

 

 

 

In Italia, l’Orchestra Senzaspine si è affermata come modello organizzativo e innovativo negli ultimi anni. Siete diventati un punto di riferimento per un’intera generazione di musicisti. Qual è la forza della vostra associazione? Ci sono aspetti che vorreste migliorare?

(T) Direi che gli ingredienti di base sono: energia, qualità, semplicità e un bel pizzico di follia… quanto basta. Ora che ci penso, all’inizio c’era anche un po’ di rabbia. Perché investire quindici, vent’anni di formazione per poi ritrovarsi “inutili” per la società in cui viviamo? Forse è stata questa la carta vincente: aver captato una profonda necessità di riscatto come musicisti ma, soprattutto, come cittadini. Da qui è nato un approccio nuovo rispetto allo scenario “classico”, sia nei confronti del pubblico, sia nella struttura gestionale. È vero, la Senzaspine è una sorta di start-up innovativa, ma alquanto paradossale, perché in fondo siamo sempre un’orchestra sinfonica che interpreta musica principalmente dell’Ottocento e che vive in un ex mercato abbandonato, un atto di resilienza senza precedenti, almeno in Italia.

In che modo l’emergenza da lockdown ha avuto ripercussioni sulla vostra programmazione artistica e didattica?

(M) Le ripercussioni sono state molte, anche se penso non siano state necessariamente tutte esclusivamente negative. Ovviamente, questa emergenza sanitaria ha fermato qualsiasi spettacolo dal vivo, innumerevoli concerti già organizzati, ha sospeso tournée, progetti e tutti gli spettacoli della nostra stagione 19/20. Questa iniziale carica negativa ci ha fatto però reagire. Quasi immediatamente, abbiamo realizzato uno spiritosissimo video da casa, con tutte le “facce” dell’Associazione Senzaspine, dagli orchestrali, ai baristi, al coro degli stonati, poi abbiamo iniziato a riscoprire molti video che avevamo in archivio e a metterli sul nostro canale YouTube. Abbiamo creato la rassegna #sultuoschermo, per cui ogni settimana abbiamo pubblicato concerti di molti anni fa, sino ai più recenti. Inoltre, la nostra scuola è riuscita a reinventarsi, continuando online il lavoro di preparazione degli oltre cento iscritti, continuando con quasi tutti i corsi previsti (sia di strumento che di gruppo), facendo saggi, masterclass e approfondimenti. Devo dire che i risultati sono stati spesso molto più soddisfacenti del previsto!

L’Orchestra nasce nel 2013 come realtà under 35. Per rimediare all’inesorabile scorrere del tempo, si sta pensando a un rinnovo, anche parziale, delle figure artistiche e gestionali per il prossimo anno?

(T) Domanda “spinosa”, quest’anno compio trentasei anni. Ci stiamo interrogando molto sul futuro, abbiamo diverse idee, ma poche soluzioni. Sono tanti i musicisti che stanno investendo nel progetto da quando è nato, molti si sono trasferiti a Bologna proprio per lavorare con Senzaspine, dall’altro lato tanti giovani di grandissimo talento hanno bisogno di fare esperienza come prime parti, confrontarsi con il grande repertorio sinfonico e ricoprire ruoli di responsabilità. Speriamo di trovare un giusto compromesso e di prendere decisioni che superino il mero conflitto di interessi del singolo e che tutelino il gruppo rispettando i cardini della nostra mission.

Quali sono le tre caratteristiche che deve avere un perfetto musicista “Senzaspine”? Come può entrare in contatto con la vostra realtà?

(M) Non so se ci sono caratteristiche particolari per diventare un “Senzaspine”… Possiamo dire: appassionato, duttile e un po’ matto! Poi la “magia Senzaspine” si crea in maniera incomprensibile. Con noi collaborano musicisti provenienti da realtà ed esperienze diversissime: dal professionista che suona ormai da diversi anni anche in orchestre importanti e che qui trova un modo differente di vivere la musica classica, dalle prime parti di grandi orchestre che vengono a regalarci la loro conoscenza, fino a giovani diplomati che stanno affrontando le prime esperienze lavorative. Il modo giusto per entrare in contatto con la nostra realtà è scrivere alle e-mail che si trovano sul nostro sito o sulle pagine social per presentarsi. Già così possono nascere delle collaborazioni! Invece, per diventare musicisti Senzaspine “ufficiali” è necessario passare dalle audizioni che facciamo circa una volta l’anno, così da essere inseriti nelle nostre graduatorie.

Negli ultimi mesi si è sentito parlare di un possibile periodo di chiusura del Mercato Sonato per lavori di ristrutturazione. Cosa ci potete dire a riguardo? Avete pensato a una sede alternativa?

(T) Sono mesi se non addirittura anni che se ne parla, ma al momento non sappiamo ancora nulla; forse questa sarà l’ultima stagione dentro al Mercato come lo conosciamo o forse no… Staremo a vedere. Di sicuro, in questi cinque anni abbiamo capito l’importanza di un presidio culturale come il nostro, un laboratorio di comunità sempre in dialogo con la Città e siamo convinti che, ovunque andremo, tutto quello che abbiamo costruito in questi anni non andrà perduto. Un capannone, un garage, un portico, qualunque luogo lo trasformeremo nella casa della musica, senza differenze di genere, né musicale né tantomeno sociale.

La creazione dell’Orchestra ha inciso sulla vostra carriera direttoriale?

(T) Sulla carriera intesa come “possibilità lavorative presso altri enti” al momento direi di no. Sicuramente Senzaspine ci ha fatto fare tantissima esperienza come direttori musicali, direttori artistici, direttori aziendali e altro, ma quello che per me conta più di ogni altra cosa è che mi ha dato la possibilità di capire cosa mi rende davvero felice e come voglio investire il mio tempo.

(M) Condivido in pieno la riflessione che ha fatto Tommaso.

Quali sono gli obiettivi e i progetti principali che vorreste portare a termine nel 2021?

(M) Bella domanda! Io so che Senzaspine ha lo stesso obiettivo da sempre: rompere gli schemi della musica classica e della cultura, soprattuto nel modo di fruirle.
C’è il rischio che siano vissute dalla società come sempre meno necessarie; purtroppo questo periodo di lockdown ha messo in evidenza ancora di più le priorità delle persone. In quanti si sono preoccupati di far ripartire il mondo della cultura? Che percentuale della popolazione sente davvero la mancanza di una mostra o di un concerto in teatro? Dunque l’obiettivo rimane sempre quello: piantare in più persone possibili il seme della curiosità, della bellezza, e far crescere un piccolo germoglio da alimentare giorno per giorno, così che non si possa più rinunciare all’arte e a questa meravigliosa musica che è la nostra vita stessa.

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