di Smeralda Nunnari
Piccolo Concertos, una produzione discografica con etichetta Naxos Records, in un’imponente struttura architettonica è costituita da quattro opere esplorate ed eseguite dall’ottavinista Francesco Viola con l’orchestra del Nationaltheater Mannheim sotto la direzione di Salvatore Percacciolo. A essere riuniti in quest’ambiziosa creazione musicale sono quattro compositori dell’Europa orientale: il rumeno Andreas Baksa (1950–2015), lo sloveno Uroš Krek (1922–2008), il tedesco-croato Boris Papandopulo (1906–1991) e l’ungherese Frigyes Hidas (1928–2007). Un album che l’artista dedica a Baksa e Raphael Leone, come segno di gratitudine e profonda amicizia.
Ognuno dei quattro autori ha avuto un ruolo determinante nel percorso musicale del giovane e talentuoso solista del teatro Nazionale di Mannheim, che adesso ricopre lo stesso ruolo nell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. La sua amicizia con il compositore e violinista Baksa lo conduce a scoprire la sua musica e a registrare, nel 2015, il Grande Concerto Piccolo, Op. 54 (Allegro, brillante e energico – Molto adagio – Allegro vivace), nella sua riduzione pianistica. Di cui l’attuale incisione, rappresenta la sua naturale prosecuzione estesa su altri tre concerti per ottavino: il Piccolo Concertino di Krek (Moderato – Presto); il Concertino per ottavino e archi di (Predigra – Romanca – Igra) e il Concerto per Oboe di Hidas (Allegro – Andante – Allegro vivo), arrangiato nella trascrizione per ottavino e orchestra dallo stesso Viola.
In un geniale polittico musicale si susseguono sonore pietre preziose della letteratura moderna per ottavino e non solo. Quattro canti, con scritture musicali che richiedono virtuosismi al suo solista su partiture di straordinaria inventiva attraverso dialoghi giocosi di fantasiosa bellezza. Concerti che rappresentano per Viola un quadrivio verso il suo Piccolo Concertos: percorsi nel cuore della tradizione musicale popolare della Mitteleuropa, in cui il giovane artista palermitano vede riflessi metaforicamente i Quattro Canti della storica piazza, detta Ottagono o Teatro del Sole, nella sua città natale, perché durante le ore del giorno almeno una delle quinte architettoniche è illuminata dal sole. Una piazza che si apre in tutte le direzioni, simboleggiante la sua volontà di arricchire il repertorio dell’ottavino verso nuovi scenari, in un’impresa capace di raggiungere ogni angolo della migliore letteratura del secolo scorso.
In 75 minuti e 32 secondi di musica ben articolata e cangiante risaltano i tratti salienti della scrittura baksiana, krekiana, papandopuliana e hidasiana mostrando le qualità energicamente espressive di Francesco Viola, valorizzate dalla potenza leggendaria della Mannheim National Theatre Orchestra di Mannheim diretta dal suo Kapellmeister Salvatore Percacciolo.
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