Will Smith è il protagonista assoluto, nel bene e nel male, di questa edizione degli Oscar, che ha ravvivato con un incidente inaspettato. Qualche minuto prima di vincere la statuetta come migliore attore, il divo si alza dalla poltrona, raggiunge il palco e sferra un colpo con la mano sulla faccia di Chris Rock. Si è capito in fretta che non si trattava di un numero preparato durante la cerimonia. Semplicemente Rock sul palco stava scherzando, e Smith sorrideva, quando il comico ha fatto una battuta sull’aspetto della moglie del divo, Jada Pinkett Smith, che ha la testa rasata, chiedendo se il suo prossimo film sarebbe stato il seguito di Soldato Jane, riferendosi al film in cui Demi Moore interpretava un soldato e aveva la testa rasata.
Entrando nel dettaglio della serata diciamo che è “I segni del cuore – Coda” a essersi aggiudicato l’Oscar 2022 come il miglior film della 94esima edizione degli Academy Award, al Dolby Theatre di Los Angeles. Una vittoria storica per il film interpretato nel linguaggio dei segni.
Con la vittoria di Coda, Apple ha vinto su Netflix nella categoria più ambita, il miglior film. Il potere del cane era l’altro favorito della vigilia, arrivato alla finalissima di Hollywood con ben 12 candidature. Il film sui pescatori sordi del Massachusetts di Sian Heder (che ha anche vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale) era stato acquistato da Apple TV+ dopo il debutto a Sundance nel gennaio 2021 (in Italia è su Sky e Now, ma arriverà al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures). Un altro successo storico: nessun film di Sundance aveva mai vinto finora l’Oscar più prestigioso.
L’Italia è fuori dalla notte degli Oscar. Nessuno dei tre italiani candidati si è aggiudicato la statuetta, a cominciare da Paolo Sorrentino che era in gara con È stata la mano di Dio per il film internazionale (vinto dal giapponese Drive my car, favorito dalla viglia per stessa ammissione del regista italiano).
A mani vuote anche Massimo Cantini Parrini candidato per i costumi di Cyrano (la statuetta l’ha vinta Jenny Beavan per Crudelia) né per Enrico Casarosa candidato per il miglior film d’animazione con Luca (premio vinto dal favorito Encanto).
Miglior attore protagonista, Will Smith per King Richard – Una famiglia vincente. Gli altri nominati: Javier Bardem (Being the Ricardos), Benedict Cumberbatch (Il potere del cane), Andrew Garfield (Tick, tick…Boom!) e Denzel Washington (Macbeth).
Il premio come migliore attrice protagonista è stato assegnato a Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye. Una standing ovation ha accolto la notizia del suo premio. Le altre nominate erano Olivia Colman (La figlia oscura), Penélope Cruz (Madres paralelas), Nicole Kidman (Being the Ricardos), Kristen Stewart (Spencer).
A vincere il premio come miglior attrice non protagonista è stata Ariana DeBose per West Side Story di Steven Spielberg. Le altre nominate erano Jessie Buckley (La figlia oscura), Judi Dench (Belfast), Kristen Dunst (Il potere del cane) e Aunjanue Ellis (King Richard).
Il premio per la miglior regia è andato a Jane Campion per il suo Il potere del cane. Gli altri nominati: Kenneth Branagh (Belfast), Ryusuke Hamaguchi (Drive my car), Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza), Steven Spielberg (West Side Story). Campion, che è stata la prima donna a ottenere la nomination come miglior regista due volte, segue Kathryn Bigelow e Chloe Zhao come la terza donna in assoluto a vincere il premio.
Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised) ha vinto l’Oscar come miglior film documentario. È diretto da Ahmir “Questlove” Thompson e racconta l’annata 1969 dell’Harlem Cultural Festival. Nel ritirare il premio il regista e musicista Questlove è stato preso dalla commozione. Gli altri nominati erano Ascension, Attica, Flee e Writing with fire.
Per la miglior colonna sonora originale il premio è andato a Billie Eilish e al fratello Finneas O’Connell per No Time to Die, colonna sonora dell’ultimo James Bond.
Prima della cerimonia, erano già state assegnate le otto statuette ‘tecniche’, una decisione che ha generato polemiche tra gli addetti ai lavori. Il film Dune, che vanta ben dieci nomination in tutto, ha conquistato quattro premi. Al film di Denis Villeneuve è andato il riconoscimento per la miglior colonna sonora originale composta da Hans Zimmer (il 69enne tedesco mette così in bacheca il suo secondo Oscar a quasi trenta anni di distanza dal primo, vinto per la colonna sonora di Il re leone nel 1995), oltre che per il miglior suono (Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett), il miglior montaggio (Joe Walker) e la migliore scenografia (Production Design: Patrice Vermette; Set Decoration: Zsuzsanna Sipos).
Il premio come miglior documentario corto è andato a The queen of basketball di Ben Proudfoot, il miglior corto d’animazione è The windshield wiper di Alberto Mielgo e Leo Sanchez, mentre il miglior cortometraggio live action è The long goodbye di Aneil Karia and Riz Ahmed.
Migliori effetti speciali, ancora un Oscar per Dune. La statuetta è stata assegnata a Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer. Gli altri film in nomination erano Free guy, No time to die, Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli e Spider-Man: No way home.
Il premio come miglior trucco e acconciatura è stato assegnato al team di Gli occhi di Tammy Faye. Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh sono i vincitori. Il film ha avuto la meglio sugli altri nominati: Crudelia, Coming 2 America, Dune e House of Gucci.
Il premio per la miglior fotografia è andato a Greig Fraser per Dune. La statuetta è stata consegnata da Woody Harrelson, Wesley Snipes e Rosie Perez, insieme per celebrare i 30 anni della commedia cult Chi non salta bianco è. Il film di Denis Villeneuve è candidato a 10 premi. Il direttore della fotografia australiano (lo stesso dell’ultimo Batman) ha avuto la meglio su La fiera delle illusioni, Il potere del cane, Macbeth, West Side Story.
The Queen of Basketball ha vinto l’Oscar 2022 per il miglior cortometraggio.
Il premio per il miglior cortometraggio di animazione è andato a The Windshield Wiper, di Alberto Mielgo e Leo Sanchez, storia incentrata sulla domanda universale “cosa è l’amore”.
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