La 47a edizione del Festival della Valle d’Itria si svolgerà a Martina Franca nel consueto periodo estivo, dal 17 luglio al 4 agosto 2021. La programmazione musicale – preparata dal direttore artistico Alberto Triola con il direttore musicale Fabio Luisi – delinea un percorso che va dal Barocco napoletano di Alessandro Scarlatti e Nicola Porpora, attecchito in tutta Europa anche grazie al divismo vocale di Farinelli e dei suoi rivali, per poi arrivare al Classicismo viennese di Haydn e quindi fino a Schubert.
«Dopo il felice esito dell’edizione 2020 – commenta il Presidente Franco Punzi – realizzata la scorsa estate mentre molti altri festival cancellavano le attività, desideriamo guardare avanti con l’ottimismo che ci contraddistingue da quasi mezzo secolo. È nostro dovere procedere con cautela ma il varo della programmazione del festival 2021 ci permette di portare avanti uno degli appuntamenti fondamentali fra le manifestazioni musicali europee, oltre che un’occasione imprescindibile per il territorio».
La serata inaugurale della 47° edizione, fissata per il 17 luglio al Palazzo Ducale di Martina Franca, è affidata per la prima volta a Fabio Luisi con l’oratorio La Creazione di Franz Joseph Haydn (1798) nella versione ritmica in italiano approntata nel 1988(anche allora diretta da Luisi) proprio per il festival pugliese dal celebre filologo Dario Del Corno e che sarà rivista per questa nuova edizione dal figlio Filippo (compositore e attualmente assessore alla Cultura del Comune di Milano)intervenendo sul lessico e sulla metrica, nell’ottica di una maggiore aderenza del testo alla struttura drammaturgico musicale per la rappresentazione in forma scenica nel 2021 con la regia di Fabio Ceresa e le scene di Tiziano Santi, artisti noti e apprezzati dal pubblico martinese. Continua anche per questo titolo d’apertura la collaborazione con la Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari e la presenza della sua Orchestra. «Il progetto del Festival della Valle d’Itria del 2021 con l’esecuzione, in forma scenica, dell’oratorio La Creazione di Haydn – sottolinea il direttore musicale Fabio Luisi – è estremamente interessante, ardito nella volontà di affiancare alla musica una visualizzazione teatrale, ed appartiene al DNA del Festival, che da sempre aggancia il repertorio belcantistico italiano alle esperienze europee che da esso derivano. Sappiamo che le opere liriche di Haydn, assai numerose del resto, peccano di carenze drammaturgiche, nonostante siano spesso esuberanti di valori musicali. Non essendo necessariamente legata ad una drammaturgia teatrale, ma ad una preesistente biblico-storica, La Creazione si presta all’esplorazione di una vocalità decisamente mediterranea adeguata all’ambiente musicale asburgico e mitteleuropeo. Inoltre questo progetto, da un punto di vista personale, mi riporta agli anni degli esordi direttoriali, nei quali, proprio a Martina Franca, ebbi il privilegio, sotto la direzione artistica di Rodolfo Celletti, di cimentarmi in questo capolavoro, allora, come oggi, nella traduzione di Dario dal Corno, effettuata su nostra richiesta».
Secondo titolo La Griselda, opera seria in tre atti di Alessandro Scarlatti su libretto di Apostolo Zeno(dall’ultima novella omonima del Decameron di Boccaccio) proposta nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca a trecento anni dal debutto romano nel 1721al Teatro Capranica di Roma con un cast di acclamati castrati come Antonio Bernacchi, Giacinto Fontana detto “Il farfallino” e Giovanni Carestini. La scelta di rappresentare Scarlatti prosegue una felice consuetudine del Festival della Valle d’Itria che si è imposto fra le manifestazioni estive come tappa inalienabile per tutti gli appassionati di musica antica e repertorio inusitato. Per questa nuova messa in scena dell’ultima opera giunta a noi integralmente del compositore nato a Palermo ma poi attivo a Napoli e Roma, la regia sarà firmata da Rosetta Cucchi, le scene sempre da Santi – così da concepire due allestimenti diversi ma conviventi nello stesso spazio – e la direzione sarà di uno specialista del repertorio barocco, già ospite con successo del festival due anni fa, George Petrou.
Quindi altri due gioielli musicali del repertorio barocco e classico che verranno presentati in forma scenica: la serenata a 6 voci L’Angelica del napoletano Nicola Porpora su testo di Metastasio dall’Orlando Furioso (1720 – ed. Mnemes a cura di Gaetano Pitarresi), e la Winterreise (“Viaggio d’inverno”) di Franz Schubert (1827), ciclo liederistico su 24 poesie di Wilhelm Müller.
Ulteriori dettagli, il programma completo con gli immancabili appuntamenti in masseria, gli artisti coinvolti e la vendita dei biglietti saranno resi noti nei prossimi mesi, appena saranno chiare le disposizioni normative sullo spettacolo dal vivo in relazione all’emergenza sanitaria.
I TITOLI IN PROGRAMMA
La Creazione
Franz Josef Haydn (Rohrau 1732 – Vienna 1809), demiurgo della cosiddetta “WienerKlassik” sul cui modello sinfonico e cameristico si sono basati tutti i compositori fino almeno a Brahms, produsse anche alcuni oratori. Die Schöpfung (“La Creazione”) è un oratorio in tre parti su libretto del barone Gottfried van Swieten (nella cui cerchia i migliori musicisti attivi a Vienna, Mozart compreso, vennero introdotti alla musica di Bach) e ispirato al Paradise Lost di Milton e ricco di passaggi sinfonici. Sin dall’Ottocento è consueto eseguire la partitura anche in italiano, sia nell’adattamento che ne fece Giovanni Simone Mayr, sia qui a Martina Franca nella traduzione del filologo Dario Del Corno, già eseguita a Martina Franca nel 1988 e ora rivista dal figlio Filippo, compositore.
La Griselda
Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 – Napoli 1725), padre del dramma per musica e dell’aria col da capo (nonché di Domenico, apice dell’inventiva tastieristica barocca), compose La Griselda su libretto di Apostolo Zeno, rimaneggiato da un autore anonimo – forse lo steso dedicatario Francesco Maria Ruspoli – e basato sull’ultima novella del Decameron di Boccaccio (ambientata fra Sicilia e Puglia), testo assai fortunato e intonato da moltissimi compositori, da Albinoni a Paër e poi anche da Massenet. L’opera andò in scena nel 1721 al Teatro Capranica di Roma con un cast di acclamati castrati come Antonio Bernacchi, Giacinto Fontana detto “Il farfallino” e Giovanni Carestini.
L’Angelica
Nicola Porpora (Napoli 1686-1768) ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione e all’affermazione dell’opera italiana di scuola napoletana in Austria e Germania. Conoscitore di tutti i segreti legati al virtuosismo vocale, fra i suoi lavori figura anche L’Angelica, serenata (cioè cantata drammatica solitamente eseguita in esterni), su libretto di Pietro Metastasio ispirato ai poemi di Ariosto e Boiardo, eseguita per la prima volta a Napoli nel 1720 presso il palazzo del principe di Torella per il compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick. Per l’occasione debuttò quindicenne l’allievo più celebre di Porpora – che era anche rinomato maestro di canto – cioè Carlo Broschi detto Farinelli.
Winterreise
Nello sterminato catalogo di Franz Schubert (Vienna 1797-1828), maestro dell’inquietudine e di una poetica che accompagna il Classicismo al tramonto, la Winterreise è il ciclo di Lieder (brani per voce e pianoforte su versi tedeschi, qui di Wilhelm Müller) più eseguito e celebrato, anche perché la sua organicità narrativa ha suggerito numerose interpretazioni che affiancano alla partitura e alla coppia pianista-cantante varie suggestioni di carattere immaginifico, drammaturgico, scenografico, coreografico.
Visitando il sito del Festival della Valle d’Itria, ci si può iscrivere gratuitamente alla Web TV (https://fdvi-tv.uscreen.io/) ed accedere al catalogo che comprende, oltre agli incontri promossi dalla Fondazione Paolo Grassi, anche tutti gli appuntamenti del Festival 2020 e alcuni titoli delle scorse edizioni come Rinaldo, nella versione di Hӓndel / Leo (2018), Medea in Corinto di Giovanni Simone Mayr (2015), Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi (2013) e Orlando furioso di Vivaldi (2017).
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