Come articolo di iniziazione a questo nuovo viaggio, non posso far altro che riproporvi il mio tentativo di dare una definizione al concetto di “Musica”. Vi sembra banale? Vedremo! Parlando di musica ci si imbatte subito in una cornice complessa e tanto ampia da rendere quasi impossibile attribuirne una descrizione esaustiva. Mi sono detto, quindi, “Andiamo per gradi”; ma da cosa partire?
Punto primo
- Cambiare il punto di vista iniziale e spiegare la musica attraverso la relazione con l’uomo. Questi, già dagli antipodi sulla terra, usa ritmi, canti e melodie per rinforzare rituali, sottolineare passaggi della vita o momenti religiosi, ma dove avrà sentito ciò? Penserete “dalla natura che lo circonda”. Verissimo! Cosa lo spingeva, però, ad aver bisogno di ricreare e in seguito studiare la Musica? Ecco che entra in causa il concetto di Identità Sonora. Tale costrutto rappresenta l’insieme degli archetipi sonori propri dell’individuo: le caratteristiche particolari del battito del cuore, dei suoni di inspirazione ed espirazione, le vibrazioni, i rumori della digestione, la voce della madre al momento della nascita e nei primi giorni di vita. E’ un concetto innato e universale indipendente dal periodo storico e socio-culturale . Possiamo, quindi, affermare antropologicamente che la musica e l’uomo sono uno la natura dell’altro!
Punto secondo
- Capire a cosa serve la musica per l’uomo. Perché l’uomo nasce con suddetta identità? Torniamo al primo uomo sulla terra. Immaginiamo un mondo pieno di suoni e rumori naturali. Egli considera questi fondamentali informazioni sull’ambiente circostante nel tentativo di capirlo e di adattarsi a esso: dal leone che ruggisce, al tuono che precede un temporale, alla voce suadente della compagna, al pianto del neonato, etc. Egli riceve input sonori che lo aiutano a sopravvivere. Possiamo dire che la musica è stata alla base del principio di sopravvivenza? Direi di si!
Riassumendo: l’uomo nasce con l’identità sonora che garantisce una capacità innata e universale di percezione (punto primo), attivazione e adattamento nei confronti del mondo esterno (punto secondo). A questo punto vi chiederete “e il ruolo dell’esperienza personale?” Vi rispondo che ha importanza tale da essere argomento di un prossimo articolo.
Matteo Zetti
rubricafattidinote@gmail.com
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