Cantante, compositrice e poli-strumentista, Rokia Traoré ha da poco pubblicato il suo sesto album “Né So” realizzato con il contributo di John Parish (PJ Harvey, Tracy Chapman, Cleo T.), raggiungendo uno dei più punti più alti della sua carriera artistica. Figlia di un diplomatico Maliano di stanza negli Stati Uniti, in Europa e in Medioriente, Rokia ha studiato sociologia a Bruxelles, prima di intraprendere la carriera musicale. Attualmente dislocata tra Bamako, Bruxelles e Parigi, Rokia fa speso ritorno nel natìo Mali e la sua musica è sempre stata influenzata dalla tradizione delle radici africane così come dal pop e dal rock di matrice europea e statunitense, che ha sempre ascoltato nel corso della sua vita. Rokia ha esplorato diverse direzioni artistiche nella sua carriera: ha collaborato recentemente con la vincitrice del nobel e romanziera Toni Morrison insieme all’insignito del MacArthur Genius Grant, Peter Sellars interpretando Desdemona nel loro Othello, la cui prima si tenne nell’estate del 2011 a Vienna per poi arrivare al Lincoln Center di NY e al Barbican di Londra, oltre che al San Carlo di Napoli. Approderà prossimamente anche in Australia; per il prestigioso quotidiano britannico The Guardian si è trattato di un lavoro « notevole, arduo e coraggioso ». Rokia ha avuto l’onore di aprire il World Music Festival di Roskilde nel 2009 e per il suo lavoro con la Fondazione « Passerelle », (http://www.fondationpasserelle.com ) da lei ideata e condotta, è stata insignita dall’ordine delle Arti e delle Lettere dal governo Francese e nel 2015 ha fatto parte della giuria del 68° Festival del Cinema di Cannes, presieduta dai fratelli Coen. Oltre alla Morrison e a Sellars, Rokia ha collaborato in passato con Damon Albarn, e per la realizzazione di Né So si è avvalsa anche dell’apporto di John Paul Jones e di Devendra Banhart. Rokia sarà inoltre testimonial di una grande campagna di informazione denominata “Aware migrants”, realizzata dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e rivolta ai migranti nei loro paesi di provenienza. L’artista maliana, da sempre attiva sul fronte della solidarietà e dell’impegno civile, con un folto gruppo di colleghi e collaboratori, sarà protagonista al riguardo con una canzone specificamente scritta e registrata per l’occasione, “Be aware brother, be aware sister” e con contributi video che verranno diffusi prossimamente. “Ogni obiettivo deve avere un motivo Ogni successo si basa su un motivo. Ogni fallimento si basa su un obiettivo senza un motivo”. Queste sono le parole di apertura, febbrilmente cantati in Bambara, della canzone Kenia, contenuta nel nuovo album di Rokia Traoré , Nè So (a casa) e sono il modo migliore per sintetizzare la forza della cantante del Mali, e il suo ormai ventennale percorso musicale . La decisione di intraprendere una carriera musicale può essere guidata da un piano di carriera, o da un bisogno impellente, o da un tentativo di ottenere qualche riconoscimento, o anche il desiderio di trasmettere un’eredità . Ma il viaggio di Rokia Traoré è di un tipo completamente diverso. Da quando ha pubblicato il suo primo disco Mouneïssa , è cresciuta la propria arte e ha sviluppato una filosofia di vita reale, una filosofia in azione che pone sempre al centro una questione fondamentale di scelta e responsabilità. Prima di iniziare ogni nuovo progetto, Rokia Traoré si pone sempre la stessa domanda: “perché continuare a fare musica, e soprattutto come ?” Questa volta lo ha fatto con una urgenza senza precedenti. Va ricordato che, al momento, si trova in una di quelle situazioni idiosincratiche nella sua vita in cui i mondi privati e pubblici si scontrano. Da quando ha deciso di tornare in Mali alla fine dello scorso decennio infatti, è stata la sfortunata testimone di una escalation terribile di guerra che ha colpito il suo paese a tutti i livelli. “Vivere la vita in un paese devastato dalla guerra è stato dir poco traumatico. Mi sono resa conto di come sono stata ingenua”, confessa dopo essere stata costretta a lasciare Bamako per un certo periodo e trasferirsi in Europa con il figlio, oltre che aver sofferto i tormenti di un evento di vita i cui effetti hanno messo in discussione il suo stesso status e la sua legittimità di musicista. “Per farla breve, essere un artista femminile, soprattutto in un paese africano, non ti fa sembrare credibile come madre”, dice. Inoltre, l’industria musicale stava affrontando una crisi, che stava solo acuendo i suoi dubbi angoscianti, ma è riuscita a sprigionare quell’energia per sovvertire il desiderio di rinuncia che si stava facendo strada in lei: “Tutto stava andando a pezzi”, dice. “Non è mai facile passare attraverso momenti difficili, ma è anche quello che ti fa crescere, e capire perché ci si aggrappa a certe cose e si rinuncia ad altre. Ad un certo punto, mi sono resa conto che stavo inconsciamente per aggiungere il mio nome alla lunga lista di artisti di sesso femminile conclusasi male. Quando le persone scrivono le loro biografie, si parla più della loro musica e del loro talento più che delle loro spaccature personali e mi sono chiesta: “voglio finire in quel tipo di libri? O devo prendere questa opportunità e andare avanti ? Ho dovuto prendere sofferte decisioni. Ora che l’ho fatto, sono contenta di aver preso quelle giuste. “L’estate 2016 vedrà Rokia Traorè protagonista con il suo tour in Europa ed in particolare il 24 giugno nell’incantevole scenario del festival inglese di Glastonbury.
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