Fra gli eventi di questa prima giornata di Cremona Musica 2021 spicca quello dedicato agli strumenti digitali realizzati dal Dipartimento di Informatica Musicale dell’Università di Milano di Federico Avanzini, il quale introduce l’incontro. Ci presenta quindi il vero protagonista di oggi, il dottorando Nicola Davanzo, creatore dei tre strumenti rivoluzionari che si propongono di andare incontro alle esigenze di tutte le persone che, a causa di handicap di vario tipo, non possono suonare uno strumento musicale mediante lo normali tecniche che comportino l’uso delle mani. Il primo della lista si chiama Netytar e si tratta di uno strumento monodico che sfrutta la rilevazione dello sguardo e un sensore a fiato. Funziona tramite partiture fatte di cerchi colorati che scorrono seguendo il movimento dell’occhio. Alcuni di questi sono collegati da una linea colorata che rappresenta la scala musicale, mentre quelli in grigio rappresentano le alterazioni, come i tasti neri del pianoforte. Gli spostamenti seguono regole geometriche precise, spostandosi in avanti o indietro con l’occhio si può saltare di due toni o semitoni sopra o sotto. Imparare a suonare questo strumento significa imparare geometricamente la forma del pezzo. Il rilevatore di fiato è esteticamente poco curato per una ragione specifica, è infatti costruito con materiali economici. I costi per sviluppare questo tipo di tecnologia sono molto elevati, quindi per renderlo accessibile a tutti si usano questi materiali, stando al di sotto di €30 per la realizzazione dell’intero sensore. Si tratta di una delle loro mission, rendere questo tipo di strumentazione alternativa alla portata di tutti coloro che ne vogliono fare uso.
Il secondo strumento che viene presentato è Netychords, uno strumento polifonico. Questo usa un sensore di movimento della testa (un prototipo da loro sviluppato); per la tastiera hanno provato molti layout, ispirandosi infine al sistema Stradella delle fisarmoniche. Ogni cerchio colorato corrisponde a un accordo, in orizzontale si segue il circolo delle quinte mentre le righe colorate che li raggruppano indicano il tipo di accordo. La gestione della dinamica avviene tramite la calibrazione della testa, come fossero colpi di plettro.
Infine ci preannunciano che stanno ancora lavorando a un terzo strumento: il Resin. Strumento monofonico controllato tramite sensore di movimento della testa per quanto riguarda la dinamica e, per le note, mediante rilevazione della forma del tratto vocale superiore. In questo modo si interpreta la variazione di forma del tratto vocale, quello su cui si interviene quando, ad esempio, si pronunciano vocali diverse.
Una presentazione indubbiamente avvincente e sui generis, capace di aprire nuove opportunità per tutte quelle persone che, a causa di varie forme di handicap, sono impossibilitate a esprimersi musicalmente. Grazie a questo giovane e capace informatico, dedito alla causa e fiero sostenitore di una mentalità open source, in un futuro piuttosto prossimo questi strumenti potrebbero essere facilmente reperibili e rappresentare una prima soluzione a un problema tanto serio quanto delicato.
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