Una Pasqua mi(s)tica con la Toscanini!

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di Gabriele Cupaiolo

La Toscanini non è certo nuova dispensatrice di programmi sia emotivamente che intellettualmente pregnanti: questo varrà, inevitabilmente, anche per la Pasqua, festeggiata con alcuni dei lavori classici che più in assoluto garantiscono un connubio tra le due istanze della ragione e del sentimento: l’intramontabile Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart sarà infatti proposto insieme al ricercato Nymphes des bois – La dèploration de la mort de Johannes Ockeghem di Josquin Desprez, brano per coro e due tromboni scritto nel 1497 dal compositore fiammingo, proprio in occasione della morte del maestro, il sommo Johannes Ockegem. Inoltre, il concerto si aprirà con l’intonazione di un canto gregoriano – Introito “Requiem Aeternam” – preparato per l’occasione dal direttore della Schola Gregoriana Ghislieri Renato Cadel: non mancherà dunque l’apporto di una tradizione di canto sacro ben più profondamente radicata all’interno delle matrici del Cristianesimo più arcaico.

Presentare il capolavoro mozartiano costituisce una scelta che sviluppa ulteriormente l’architettura concettuale concepita ad inizio 2022 dal Direttore Principale della Filarmonica Arturo Toscanini, Enrico Onofri, che proprio lo scorso febbraio aveva diretto le ultime tre sinfonie del Maestro di Salisburgo.

 ‘Il Requiem di Mozart – queste le parole del maestro Enrico Onofri – si colloca perfettamente entro la tradizione della composizione sacra del ‘700, mescolando elementi di carattere contrappuntistico a elementi di carattere operistico, nonché a rimandi che provengono da un altro Requiem, quello di Johann Michael Haydn – fratello minore di Franz Joseph -, eseguito nel 1771, quando Mozart era ancora quindicenne. Anche se spogliato dalla sua aura romantica e cinematografica, il lavoro del Maestro rimane un brano estremamente commovente ed intrigante, specie considerando che fu scritto negli ultimi giorni di vita del compositore: è la vicenda stessa, prima ancora dello stile, a trasmetterci quanto il Requiem rappresenti l’autentico testamento del genio austriaco’.

Il brano, sì rimasto incompiuto, ma qui riproposto nella versione completata da Franz Xaver Süßmayr, verrà eseguito insieme alla lamentazione funebre per coro a cappella e due tromboni  Nymphes des bois – La dèploration de la mort de Johannes Ockeghem, scritta da Josquin Desprez nel 1497, lavoro del tutto rappresentativo della polifonia fiamminga, la prima premessa storica al perfezionamento del genio continentale, quello di Johann Sebastian Bach, in quanto ad elaborazione contrappuntistica.

Successivamente alla scomparsa di Johannes Ockeghem, compositore tra i più emblematici della seconda generazione della scuola fiamminga, Josquin Desprez decide di dar vita musicale alla commovente elegia scritta da Jean Molinet: essa ci rappresenta ninfe, dee e grandi cantori che si lamentano per la morte del sommo artista. Ispirandosi agli stilemi compositivi del grande maestro, Josquin cerca di imitarne in tutto e per tutto lo stile, dando forma ad una composizione molto più vicina alla musica di Ockeghem che alla sua, reale omaggio pregno di autentiche umiltà e devozione.

Al fine di accrescere la carica drammatica dell’opera profana, decide poi di inserire una voce che intoni la melodia gregoriana del Requiem, conferendo alla composizione un carattere di sacra autorevolezza. Piangono anche le note, che nel manoscritto vengono raffigurate tutte nere – e questo non era scontato, al tempo: anche nella sua veste formale la musica si addolora, dispersa tra i meandri di un tono fragile e luttuoso.

 «In un’epoca come la nostra, in cui l’autoreferenzialità della musica rappresenta un elemento fondamentale – spiega il maestro Luca Colombo -, questa scelta appare ardita. Oggi ricerchiamo l’attributo di una lettura sempre personale ed originale in qualsiasi esecuzione, una forma musicale nuova che sconvolga il linguaggio musicale attuale, o che, quantomeno, vi si differenzi: siamo sempre pronti ad accusare i musicisti di poca originalità, scarsità di idee o persino di appropriamento delle idee altrui.

Nel Rinascimento il maestro era una figura sacra, ben al di là del rapporto diretto a bottega o in cantoria: questi sommi musicisti si sentono debitori dell’arte di Ockeghem, cosicché, per poter onorare al meglio la figura del buon padre musicale, cerchino di avvicinarsi alla sua musica quanto più possibile, sicuri che nell’imitazione del maestro si possa leggere la grande ammirazione e la riconoscenza verso la sua arte».

Affiancheranno l’Orchestra e il Coro un cast di giovani solisti proiettati verso una grande carriera: Rosalia Cid, soprano spagnolo di talento, e Dave Monaco, apprezzatissimo in Italia lo scorso giugno – sempre con Onofri, in piazza del Duomo a Parma -, sono tra i migliori diplomati dell’accademia del Maggio Musicale Fiorentino; ancora, l’irlandese mezzosoprano Sharon Carty e il basso italiano Luca Tittoto sono nomi senz’altro noti agli amanti del repertorio barocco e classico.

Il concerto è in programma per venerdì 15 aprile 2022, ore 20.30 – Parma, presso l’Auditorium Paganini, nonché per sabato 16 aprile 2022, ore 20.30 – Pavia, presso il Teatro Fraschini.

Per informazioni su questa ed altre esibizioni: biglietteria@latoscanini.it, telefono: 0521 391339; sito: Fondazione Toscanini

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