Venus, la bellezza che parla al presente. L’insolito incontro tra videoclip e musica contemporanea.

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Un’opera capace di mettere a confronto i linguaggi contemporanei della musica classica e il formato squisitamente pop del videoclip; una riflessione sul tema della bellezza, sul suo carattere allo stesso tempo eterno e fuggevole, e sui clichés e le contraddizioni del presente.

Tutto questo è Venus, lavoro commissionato alla regista Lavinia Andreini dal compositore Andrea Benedetti e dal sassofonista Ruben Marzà. Un progetto tutto toscano – Andreini è lucchese, Benedetti è di Montecatini, Marzà è nato a Sansepolcro e fiorentino d’adozione – che si apre al mondo e al presente riconoscendo l’importanza del formato video e dell’immagine, ma con l’ambizione di renderli veicolo di riflessione e linguaggi alternativi.

Cinque minuti in cui il modello Huai Zhou, incarnazione di una bellezza androgina e globale, si muove tra i simboli di un mondo dominato dalle tendenze e dalla mercificazione, in dialogo con i saxofoni contralto e baritono di Ruben Marzà e con l’elettronica curata da Suite Ohm Studio.

Fulcro della narrazione, la declamazione dell’Inno a Venere tratto dagli Inni Omerici, che in questo contesto si fa voce straniante, capace di porre interrogativi profondi sulla natura della bellezza.

Fondamentale, oltre al talento visionario di Lavinia Andreini – che ha già ottenuto riconoscimenti sulla scena internazionale, tra cui un recente premio al Festival di Cannes – il contributo di Alessandro Rizzello, dop e colorist, e del make up artist Tommaso Paolicchi.

Un lavoro unico nel suo genere, ma che aspira a inaugurare un formato nuovo, alternativo ai modelli consolidati dei video di musica classica, nell’ottica di un’interazione sempre più stretta e feconda tra arti sonore e visive.

 

Il video è visionabile sul canale YouTube di Andrea Benedetti:

 

 

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