Vi presentiamo COSMO e il nuovo album “L’ ultima Festa”

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COSMO (all’anagrafe Marco Jacopo Bianchi) – meglio conosciuto come leader dei Drink To Me, una delle band più solide e apprezzate del nostro panorama indipendente – non ha paura di rischiare: la sua musica cerca di parlare un linguaggio nuovo. Prova a far convivere una scrittura spiccatamente pop con un’attitudine che pesca a piene mani dall’universo della musica da club e che guarda senza timidezza anche a mondi all’apparenza lontanissimi e irraggiungibili.

Le canzoni di COSMO si possono cantare a squarciagola, ma anche ballare senza sosta e senza prestare attenzione ai testi. Che pure, nel suo caso, hanno quei connotati che ci suggerirebbero di chiuderci in una stanza e riascoltarli all’infinito. “L’Ultima Festa” è la sintesi più efficace di questa ambivalenza: travolgente e impreziosita da un linguaggio che fa subito breccia nel nostro immaginario.

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Il secondo album solista del cantante dei Drink to me, “L’Ultima Festa” appunto, è il racconto dell’Odissea di un trentenne tra il richiamo delle responsabilità e la voglia di divertimento; è uscito l’8 Aprile su 42 Records, la stessa lungimirante etichetta che ci ha regalato I CANI. Lo sta presentando con un tour partito lo stesso giorno da Napoli e che sta ottenendo consensi praticamente unanimi. Sfida nella sfida, si tratta di uno spettacolo che riproduce le sonorità elettroniche dell’album in chiave live. Ve lo dicevamo, che non ha paura di rischiare. L’album inizia come un’Odissea , con Le voci insistenti ed ammalianti come sirene per Ulisse, che lo richiamano e lo riportano a terra dal cosmo, alle sue responsabilità (“Vorrei svegliarmi ancora senza sveglia, a mezzogiorno e mezzo stappo una bottiglia”). Non è un concept album, L’ultima festa, nonostante sul tema dell’eterna lotta tra il divertimento e la maturità torni più volte (“Via, ci stanno cacciando via, mi sa che chiudono il locale”, canta in L’ultima festa, appunto, e “Tu, volevi solo godere, è questa la libertà nel fantastico Occidente” in Dicembre).

 

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Quando l’artista piemontese finalmente riesce a distogliere lo sguardo e a vedere altrove (L’altro mondo) è solo per un momento, per distrarsi da quella prima persona insistente e ingombrante per il suo stesso io. Questo è più che altro un diario su cui appuntare pensieri sparsi, alcuni volutamente sconclusionati, incompleti, impressionisti, visioni, stralci, immagini come su Pinterest o Instagram, parole come post sui social network. Nella speranza che le voci che vogliono rovinarci “l’ultima festa” dicano cose in fondo inutili (Cazzate). Per scoprire infine quanto siamo banali e quanto alla fine conti solo l’amore e gli affetti (Regata 70 e Un lunedì di festa).
Oltre alle parole, i suoni: il linguaggio usato per raccontare il viaggio del trentenne occidentale che cerca di sfuggire all’inevitabile uscita dal tunnel del divertimento di cui parlava Caparezza è quello della canzone figlia sia di Lucio Battisti che di Luca Carboni che si appoggia alla dance elettronica nata dalle diramazioni della house diretta e dritta. Non sono canzoni che cercano nell’elettronica la modernità, ma una compenetrazione perfettamente naturale di linguaggi, e stavolta anche più omogenea e realizzata di quella dell’album d’esordio, più schizofrenico anche nel titolo, Disordine.
Allora, siete pronti per la festa?  AIR DATE: 22 APRILE 2016

 

Sotto vi proponiamo un estratto de  ‘L’ultima festa’ :

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